mercoledì 19 febbraio 2014

Battery

Titolo: Battery
Regia: Jeremy Gardner
Anno: 2012
Paese: Usa
Giudizio: 4/5

Due ex giocatori di baseball, Ben e Mickey, devono sopravvivere a un mondo ormai dominato dagli zombie. Ben e Mickey sono profondamente diversi, ma cercano di sopportarsi, un giorno però captano un segnale radio che comunica di una comunità che sembra vivere felice lontano dagli zombie. Sarà vero? Riusciranno a raggiungerla? Ma la loro radio non ha più energia e serve una batteria carica.

Viva il web,viva internet e viva i festival di tutto il mondo e chi crede ancora nel buon cinema e soprattutto nelle idee.
Self-made,low-budget, the Battery è stato girato con una Canon eos 5d Mark ii. Una macchina fotografica, neanche di fascia esageratamente alta. Editing e montaggio sono stati fatti con Adobe Premiere su un normal PC con Windows. Le riprese sono durate 16 giorni, ed il budget complessivo è stato di 6000$ o 12.000$ ancora non è del tutto chiaro ma poco importa.
Crederci fino in fondo, fottersene di tutti, queste sono le parole chiave e la risposta è: Gardner ci è riuscito.
E' riuscito nell'impresa di fare un buon film con pochi soldi e tante idee, semplici ma alle volte geniali. Scegliere poi la metafora degli zombie, in un buddy-movie, si rivela fin da subito una scelta funzionale, poichè inquadra immediatamente la vicenda e diventa anche un road movie in cui i due protagonisti, semplicemente, tirano avanti spostandosi di qua e di là.
Il coraggio dei protagonisti e anche il coraggio del regista che ci crede e sceglie l'assedio come elemento emblematico, sceglie l'isolamento al massacro, e gli zombie si vedono poco rispetto ai due protagonisti e possiamo dire che di loro fondamentalmente non ci frega niente, sono solo un pretesto per raccontare un'amicizia in un momento davvero difficile.
Il climax e i momenti più belli sono proprio quelli in macchina cambiando totalmente lo sguardo su un fenomeno del cinema, lo zombie-movie, e dandogli altri sguardi quasi sociologici e una connotazione di natura più psicologica che non fisica o d'azione.
Si ride in alcuni punti (la scena in macchina della sega è diventata subito cult) ma il dramma c'è eccome e Gardner sfrutta al meglio questo impianto ed è proprio la difficoltà del rapporto tra due amici che non c'è la fanno più a sopportare la solitudine e l'isolamento. Ancora una volta il regista/produttore/sceneggiatore e protagonista si cala in una performance che cerca prima di tutto di ripondere ad un quesito, cioè la capacità di prendere una storia di genere e usarla come semplice pretesto per indagare ciò che rende grande un film: i personaggi.
Ultimamente contando che da un lato l'America sembra dividersi sul piano delle produzioni, questi ultimi esperimenti autoriali, stanno dando davvero filo da torcere ai budget senza limiti di senso. SCENIC ROUTE,MONSTER,BELLFLOWER, sono solo alcuni esempi in questi ultimi anni di buon film con molte idee e pochi soldi.
L'inizio o il proseguimento di una nuova era cinematografica che proprio dall'America stessa arriva sembra una profezia post-moderna....

Nessun commento:

Posta un commento