Regia: Simon Staho
Anno: 2007
Paese: Danimarca
Giudizio: 3/5
Anna ha un solo pensiero e un solo desiderio nella vita: fare l'attrice. Inseguendo il suo sogno si sposta dalla Svezia a Copenhagen, ma il destino ha in riservo per lei qualcosa di diverso. Nonostante lei ce la metta tutta per garantire un'esistenza e un futuro alla figlioletta di 4 anni, non riesce a conciliare la sua aspirazione alla recitazione con il fornire alla bambina un'ambiente sano e sicuro in cui crescere. E le conseguenze saranno fatali.
Un bel flash il film di Staho. Lasciato nelle mani della brava Rapace, la pellicola comunica un sacco di emozioni, drammi e scene direi belle toste.
La scelta del soggetto è rigorosa e non lascia spazio a inutili soluzioni per benpensanti ma attacca a livello emozionale senza lasciare tregua. Si assiste così al lungo viaggio di Anna, che và cercando la pietra filosofale della propria esistenza con azioni sottrattive come l’affogamento di Daisy, l’annichilimento e la riduzione di sé a oggetto, suggellato dal taglio cerimoniale dei capelli. Prodotto dalla Zentropa di Von Treier, Daisy Diamond è un'ulteriore sorpresa di un paese dove purtroppo ci arriva poco, ma forse è meglio così quando poi si ha a che fare con opere come questa.
Staho è giovane, rigoroso e asciutto con uno stile essenziale che forse predominerà nelle sue prossime opere descivendo ulteriormente bene piccoli microcosmi che ci piacciono tanto anche se fanno male.
C’è una scena dove la protagonista Noomi Rapace accetta le avances di una lesbica di mezza età che se la porta a casa e la incula.
Un bel flash il film di Staho. Lasciato nelle mani della brava Rapace, la pellicola comunica un sacco di emozioni, drammi e scene direi belle toste.
La scelta del soggetto è rigorosa e non lascia spazio a inutili soluzioni per benpensanti ma attacca a livello emozionale senza lasciare tregua. Si assiste così al lungo viaggio di Anna, che và cercando la pietra filosofale della propria esistenza con azioni sottrattive come l’affogamento di Daisy, l’annichilimento e la riduzione di sé a oggetto, suggellato dal taglio cerimoniale dei capelli. Prodotto dalla Zentropa di Von Treier, Daisy Diamond è un'ulteriore sorpresa di un paese dove purtroppo ci arriva poco, ma forse è meglio così quando poi si ha a che fare con opere come questa.
Staho è giovane, rigoroso e asciutto con uno stile essenziale che forse predominerà nelle sue prossime opere descivendo ulteriormente bene piccoli microcosmi che ci piacciono tanto anche se fanno male.
C’è una scena dove la protagonista Noomi Rapace accetta le avances di una lesbica di mezza età che se la porta a casa e la incula.
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