venerdì 19 luglio 2013

Pacific Rim

Titolo: Pacific Rim
Regia: Guillermo Del Toro
Anno: 2013
Paese: Usa
Giudizio: 4/5


Da una breccia inter-dimensionale creatasi nel profondo dell'Oceano Pacifico emergono i kaiju, mostri alieni giganteschi, con il solo scopo di cancellare l'umanità dalla faccia della Terra. Al fine di sopravvivere, le varie nazioni uniscono le proprie forze, cercando di contrastare l'invasione con il progetto Jaeger, che consiste nella creazione di enormi robot in grado di combattere ad armi quasi pari i terribili invasori; a comandarli due piloti, le cui menti vengono connesse da un ponte neuronale. Dopo aver perso il proprio fratello e co-pilota in un conflitto e aver lavorato alla costruzione di una muraglia di difesa, Raleigh Becket sembra essere l'ultima risorsa per sventare una vera apocalisse.

L'apoteosi della massima resa della c.g post-moderna.
Il sottoscritto ha pure visto il film in 2d... ;-)
Con il suo ultimo film Del Toro ha finalmente concluso che siamo arrivati in un'era in cui tutto è possibile, pure far rinascere Cthulu.
Lo stato di grazia del 2013 quindi si è avverato durante il clima estivo e non potevamo che godere di ogni singolo minuto di questo film evento, figlio di una cultura pop con tanti di quei filoni da far impallidire qualsiasi serio critico di cinema sui generi.
Pacific Rim apre la porte ad un nuova Golden Army di robot, di una contaminazione di forme d'arte, di una rivisitazione che poi è citazione e lo scalzante bisogno di sintetizzare tutto ciò che a sua volta è stato fruito per così tanti anni rimandendo solo un'idea, che forse non si sarebbe mai avverata.
Pacific Rim è il cinema d'intrattenimento portato ai massimi livelli.
Qualcosa da cui è difficile sottrarsi amando la settima arte e i suoi giocattoloni con cui spesso riesce a disegnare, prima con l'immaginazione e poi con il talento, qualcosa che a noi umani sembrava solo lo scenario di un buon manga.

Ma la cosa migliore del film è quella per cui non si prende mai veramente sul serio.
Dunque un film dannatamente incisivo dal punto di vista dell'immagine che però abbandona tutto in campo di sceneggiatura e soggetto (sei il mio dio per questo Del Toro...forse era ancora più difficile vincere questa scommessa che creare dei mostri della madonna...)
Dalla stretta di mano neurale che fa veramente accapponare la pelle pensando a tutte le difficilissime idee messe a punto per i film sci-fi, ai dialoghi che fanno cagare essendo pure un pò melensi dalla lacrimuccia facile.
Le adorabili facce da cazzo come quella di Hunnam che ha avuto la fortuna di fare una serie come SONS OF ANARCHY e basta fino all'attore feticcio Perlman, Hannibal Chau, che finisce mangiato da un aborto.
Ai personaggi, bozzette, costruite e pensate per invertire la polarità della drammaticità del film.
Se uno ci pensa sembrano le caricature esatte di tutti quegli ultimi film di fantascienza costellati di personaggi di marmo e sempre troppo seri che non fanno che esprimere concetti e filosofie metafisiche. Qui sono quasi tutti dei tamarri o dei fan-cazzari come la coppia medico-matematico che rappresentano la summa della comicità del regista o il comandante che salva la scarpetta della bimba giapu, è impossibile non scassarsi dal ridere in sala...io ho riso come un matto e ho pure un pò pianto pensando a quanti ancora nel 2013 si prendono così tanto sul serio con i loro film...
Chi si aspetta dunque una presa di posizione seria del regista su questo impianto di scrittura è lontano anni luce.
Qui per farvi capire da una faglia nel punto più profondo dell’Oceano Pacifico, si apre una breccia spazio-temporale proveniente da un’altra dimensione, dalla quale escono dei mostri giganti che sono pure imparentati con i dinosauri.
Per forza che ci piace. Aspettavano la spazzatura del genere umano per ritornare sul nostro paese...ma dico ma di fronte ad un'idea così ci si può solo inginocchiare.
I Jaeger condivideranno i ricordi, le coscienza, la loro stessa vita, per poter controllare simultaneamente il robottone, sbandando fin da subito dalla regola della stretta di mano neurale.
In più i flash-back della bambina giapponese fanno tanto strizzatina d'occhio agli infiniti anime giapponesi così come alcune analogie nei combattimenti con il classicone NEO GENESIS EVANGELION.
Anche qui però la classe del regista. Lì erano angeli e dunque cazzate. Qui sono parenti dei dinosauri...
E'bello vedere di un super film americano come questo il fatto che nessuno stronzo reazionario sventoli una bandiera a stelle e strisce. E poi l'allenaza cino-russa con tutti gli stereotipi del caso fino alla costruzione di un muro per impedire ai mostri di invadere le coste del Pacifico.
Poi non per altro, ma quanti film hanno mai citato Vladivostok? Tra l'altro una città magica dal fascino inesauribile.
Un ritmo della madonna che nel giro di dieci minuti riassume tutto senza partire da lunghissime e sofferte narrazioni.

L'humus del film comunque è sempre lo stesso: l’alieno mi invade, il terrestre si ribella e dopo una prima sonora batosta, vince, a prezzo di grandi sacrifici.
E' vero, l'anima e in questo caso il canovaccio del film è sempre quello.
Ma quando un "autore" ci riesce senza essere mai retorico, ma anzi saggio perchè lui per primo è uno spettatore e dunque sfrutta tutti i meccanismi del motore della storia, saprà per forza di cose che alcuni figli di puttana come il sottoscritto pregano da anni l'arrivo di un culto come questo e infine di una nuova forma d'intrattenimento da condividere, seguire e venerare.
Se le Montagne della Follia non arrivano a Del Toro, speriamo che Del Toro arrivi alla Montagna con quella sana e fervida follia che sicuramente visti i risultati non intende esaurire.

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