Titolo: Hotel Transylvania
Regia: Genndy Tartakovsky
Anno: 2012
Paese: Usa
Giudizio: 3/5
Per festeggiare il 118° compleanno della figlia Mavis, Dracula ha invitato nel suo hotel di lusso gli amici di sempre, da Frankenstein al lupo mannaro, e tanti altri mostri ancora, con famiglia al seguito, per un party indimenticabile. Dentro la fortezza inespugnabile, che il conte ha eretto in seguito alla tragedia che ha segnato per sempre la sua vita, ogni sorta di creatura pelosa o gelatinosa, gigantesca o piena di teste, è sicura di poter trascorrere un weekend pacifico, lontano dal pericolo dei pericoli: l'incontro con un umano. Così, quando il ventunenne Jonathan, zaino in spalla, varca inaspettatamente la porta girevole della hall, per evitare il panico tra i suoi ospiti, Dracula non può far altro che mascherarlo da mostro e cercare di cacciarlo il prima possibile. Peccato che Mavis provi per lui una simpatia istantanea e ricambiata.
Hotel Transylvania è un piacevole film d’animazione studiato appositamente per piacere a tutti i target d’età. Mostri a gogò ma anche tante risate condite da un certo tenero sentimentalismo e il solito monito sulla diversità e tutte le sue diramazioni. Tutti si fanno amare all’interno del castello in una voragine di fantasia e di assoluto bisogno di concentrare tutta la materia in campo di fantasia e tradizione dei mostri all’interno del mastodontico castello.
Si vorrebbe quasi che la festa non finisse mai, eppure Genndy alla sua opera prima ma con un bel curriculum alla mano, anziché approfondire alcune dinamiche rimane sul litorale, preferendo la sfida tra padre e figlia e su una vasta quantità di temi dal bisogno di essere indipendenti, alla paura del diverso, all’attaccamento, ai soliti rituali e le doverose cerimonie, per poi finire in un party techno con tanto di mostri che fanno i tamarri new-age (sembra quasi una caratteristica su cui quasi nessuno nel campo dell’animazione odierna non ci inciampi su).
Il risultato è comunque assai piacevole anche se alle volte sembra troppo da lacrimuccia sul visino a dispetto della vera natura di alcuni protagonisti. Una virgola in più a discapito di un Dracula troppo banalotto e invece il Lupo Mannaro o Franky. Jonathan “Arker” gioca un ruolo davvero troppo esagerato nella sua goliardia e nel suo prendersi gioco di tutto e tutti. Diventa dunque il personaggio per cui in tutta la durata del film non si fa il tifo ma si osserva con una certa voglia di vederlo bianco e pallido.
Ma questo sarebbe un altro film che non avremo il piacere di vedere.
La novità, se così possiamo chiamarla, di questa ultima news è quella di puntare molto sul romanticismo, su una tecnica d’animazione abbastanza basilare tale da far concentrare lo spettatore sulle gag tanto originali
quanto divertenti. Dunque il romanticismo della tradizione Transylvana premette il connubio tra il ribaltamento delle creature sorridenti e ricche di umanità a discapito degli umani creduti mostruosi.
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