giovedì 17 gennaio 2013

V per Vendetta

Titolo: V per Vendetta
Regia: James McTeigue
Anno: 2005
Paese: Usa/Germania
Giudizio: 3/5

V for Vendetta è tratto dall'omonimo fumetto di Alan Moore, illustrato da David Lloyd e pubblicato per la prima volta sulla rivista a fumetti inglese Warrior tra il 1982 e il 1985. Moore illustra una società inglese distopica molto simile a 1984 di Orwell, in cui, in seguito ad una grave crisi interna ed estera, un partito unico di estrema destra ha preso il potere trasformando la Gran Bretagna in uno stato totalitario. Questo comprende l'eliminazione del dissenso, delle minoranze, la costruzione di campi di concentramento e un controllo totale delle attività dei cittadini.

Non mi stupisce il fatto che ancora una volta uno dei più grandi lavori del grande Alan Moore abbia ricevuto così tanti consensi da parte di pubblico e critica ma sia invece stato disconosciuto dallo stesso autore.
Ancora una volta sembra lui l’unico a non essere contento e d’accordo su questa trasposizione. D’altronde non è mai capitato che sia rimasto soddisfatto di qualsiasi film tratto dalle sue opere.
V è diventato famoso per la maschera simbolo di rivoluzione, di opposizione e di schieramento contro un regime “fascista”che mette a repentaglio la libertà dei cittadini.
Di sicuro a primo impatto colpisce e non poco l’aspetto estetico del film che come per la fotografia e i combattimenti predilige i connotati della grafica anziché trovare piena fedeltà rispetto allo scritto di partenza e ai suoi catartici dialoghi.
D’altronde lo stile ipnotico e allucinato (peccato che i fratelli Wachowski abbiano deciso di non inserire la sequenza in cui Deitrich, per poter indagare su "V" in maniera intuitiva ricorre all'LSD) dello scrittore non era facile e soprattutto avrebbe potuto avere problemi concernenti il target del film. La critica e la vendetta contro un regime totalitario (perfetto in questo caso per svariate analogie la scelta della Gran Bretagna) potevano essere meglio concentrate nel film che in tutto e per tutto rincorre il sano rigore estetico. McTeigue d’altronde ha girato con questo il suo film migliore, contando che NINJA ASSASSIN è un tentativo che non ha saputo concretizzarsi a dovere e THE RAVEN ha svariati problemi di plot e di ritmo del film.
Di V c'è stato tutto, di troppo e di più. Del V originale, davvero ben poco. Quindi mi congedo mettendomi dalla parte dei fedeli del fumetto, di chi ha saputo meglio apprezzare i disegni di David Lloyd a dispetto del’estetica fine a se stessa e di un mestierante che ha poco a che vedere con l’autorialità di un grande inno all’anarchia scritto da uno degli autori più scomodi in campo di fumetti e altro.
Un simbolo che è stato poi usato e ripreso da cantanti, leader politici, attivisti etc.
Cambi drastici rispetto alle pagine come accade giusto per fare un esempio con il secolo in cui è incentrata la storia insieme a molti altri buchi di sceneggiatura fanno certamente sì che V non sia un brutto film ma se si vuole fare quel passo in più allora diventa fondamentale leggere il grande volume.

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