Regia: Martin McDonagh
Anno: 2012
Paese: Usa
Giudizio: 3/5
Marty è uno sceneggiatore, sta terminando il copione per un film intitolato Seven Psychopaths, e cerca tranquillità e concentrazione. Billy è un attore in declino, ladro di cani nel tempo libero, nonché migliore amico di Marty. Poi c'è Hans, religioso ex-criminale con un violento passato, ora socio di Billy. Infine c'è Charlie, il gangster a cui Marty e Billy hanno rapito l'amato cane, che userà ogni mezzo per riavere indietro l'animale senza lasciar vivi i due ladri. Dopo queste faccende, Marty trova finalmente l'ispirazione per il suo film, deve solo vivere abbastanza per poterlo concludere e depositare.
Nonostante dalla seconda parte in poi finalmente si respira qualcosa nell’aria, gli elementi strampalati ma assai divertente del secondo film dell’inglese McDonagh, risultano in parte essere degli stereotipi e ritagliati su alcuni personaggi che ne esagerano la messa in scena. Dall’altro invece, soprattutto con la parte del deserto, si assiste a qualcosa di insolito e vagamente mistico in cui i tre protagonisti, in realtà il protagonista è Marty ma gli altri due sono fondamentali nel gioco/scatola del film, sono i toni e i cambiamenti repentini dei personaggi a farla da padrone.
Un film nel film come spesso è già capitato di vedere. Marty in fondo sta quasi vivendo la storia che Billy cerca instancabilmente di aiutarlo a scrivere. Se la storia da un certo punto prende il via e in modo grottesco e stranamente bizzarro, purtroppo sono proprio alcuni personaggi a risultare dannatamente banali in cui come dicevo prima, ricopiano alcuni loro vecchi personaggi costellando la loro performance di clichè alquanto abbozzati come il caso di Charlie o Marty che recita con le sopracciglia.
Interessante poi la parte di Waits, così come non sono assolutamente banali i colpi di scena in cui gli psicopatici uccidono a sangue freddo quasi in modo disfunzionale rispetto alla struttura del film ma che invece hanno la giusta prontezza di saper essere fondamentali per la resa finale.
Dopo IN BRUGES che non era affatto male, McDonagh è tra quelli che probabilmente si sono votati al noir o alle commedie costituite da un complesso e plurale repertorio di personaggi.
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