Titolo: Arrivo di Wang
Regia: Manetti Bros
Anno: 2011
Paese: Italia
Giudizio: 1/5
Il film racconta di Gaia, un'interprete di cinese, che
viene chiamata per una traduzione urgentissima e segretissima. Si troverà di
fronte Curti, un agente privo di scrupoli che deve interrogare un fantomatico
signor Wang. Per la segretezza l'interrogatorio viene fatto al buio e Gaia non
riesce a tradurre bene...Quando la luce viene accesa, Gaia scoprirà perché
l'identità del signor Wang veniva tenuta segreta. Una scoperta che cambierà per
sempre la sua vita...e non solo.
E poi capita che ti imbatti in una cagata davvero
inusuale. Ancora una volta il cinema italiano evidenzia tutte le sue
strafalcione rie, tutti i vuoti e i luoghi comuni. Un film davvero doloroso per
quanto sotto certi aspetti mostri la nostra disarmante incapacità di girare
degli horror decenti.
I fratelli in questione poi non fanno neanche così
schifo. PIANO 17 e ZORA LA VAMPIRA anche se trash e senza molti soldi, erano
dei film apprezzabili. In questo caso, giustificando pure l’assenza di budget e
sorvolando sul make-up dell’alieno e sugli assurdi effetti speciali finali, quello
che proprio non funziona è la storia che fin da subito è di una prevedibilità
sconcertante.
Dialoghi assurdi e troppo lunghi, totale assenza di ritmo
in diverse parti. Una recitazione, quella della protagonista Francesca Cuttica
davvero sottotono senza contare la struttura meccanica che penalizza
continuamente il film.
Di dramma psicologico c’è davvero ben poco e la suspance
su cui poteva fare affidamento il film, si perde ancor prima della fine del
primo atto.
Se dalla messa in scena tutto faceva pensare a una sorta
di parodia grottesca sull’arrivo degli alieni e un umorismo nero davvero
pessimo, allora il risultato non è assolutamente all’altezza e cercare di
alzare i toni come fa Morroni non serve proprio a nulla.
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