Titolo: Batman Il cavaliere oscuro-Il ritorno
Regia: Cristopher Nolan
Anno: 2012
Paese: Usa-Gran Bretagna
Giudizio: 3/5
Otto anni dopo la morte di Harvey Dent, Gotham è una
città apparentemente pulita, ad eccezione della coscienza del commissario Gordon.
Bruce Wayne vive ritirato, incapace di trovare un senso dopo la scomparsa di
Rachel e il pensionamento di Batman. Glielo offre Bane, mercenario reso
mostruoso da una maschera antidolorifica, che prima riduce la Wayne Enterprises
in bancarotta e poi le soffia il segretissimo reattore nucleare convertendo il
nucleo, pensato per produrre energia pulita, in un inarrestabile ordigno
atomico. Mentre Bruce è rinchiuso in una prigione impossibile, con la schiena
spezzata, Bane instaura a Gotham City una tirannia del proletariato che è un
vero e proprio regime del terrore e affida il detonatore della bomba nelle mani
di un cittadino misterioso.
Con l’ultimo capitolo della trilogia si chiude la messa
in scena del funambolico Nolan. La sua è stata una versione per certi aspetti
unica e in grado di restituire onore e gloria al paladino della Dc. I motivi
sono una robusta caratterizzazione dei personaggi e una certa comparazione con
alcuni problemi che rimandano alla crisi economica del 2008, a Wall-Street, a memorabili
scontri tra quel 99% e i pochi miliardari che vantano benefici e via dicendo.
Scritto insieme al fratello, il terzo capitolo è molto
prolisso, contenutisticamente all’avanguardia sia dal punto di vista degli
effetti speciali che della mobilitazione dei personaggi e dei colpi di scena
che si accavallano in modo sconcertante.
Un film lungo è potente. Sicuramente ci sono alcuni
momenti riusciti meglio e altri peggio. Alcuni aspetti potevano essere
allungati(la setta delle ombre ad esempio, piuttosto che qualche menzione in
più sulla storia di Bane). Eppure i fuochi artificio non mancano e Nolan
spiazza trainando le redini di più sub-plot che come una matassa, alla fine
riescono a sciogliere l’imbroglio e far combaciare tutto (anche se in alcune
parti sembra forse un po’ troppo sbrigativo).
Completamente diverso dagli altri due capitoli, segna
forse per assurdo la miglior messa in scena del viaggio dell’eroe, con tutto
ciò che porta dalla sofferenza al cammino di redenzione, ai vari mentori e agli
improvvisati compagni che scelgono la giusta scala di valori in cui credere.
La narrazione sembra quella di un’epopea contemporanea
che anche se sviluppata in modo fantastico, riesce a portare allo stesso tempo,
avanti, una critica efferata sul potere della corruzione.
Se di nuovo Bane come per il Joker vuole creare anarchia
e caos, il braccio di ferro e smisurato tra due opposti sistemi di pazzia e
modus operandi.
Probabilmente da dopo INCEPTION Nolan a trovato una sfera
di attori che gli calzano a pennello come Hardy (ancora una volta alle prese
con un ruolo del tutto fisico) e Levitt (abile sin da subito a denotare cosa sarà di lui)
rimettendo Bale come Batman per la terza volta, forse addirittura in una delle
performance più convincenti. Chiudono il cast gli altri assi della manica tra
cui Caine e Oldman trovando una minore Cotillard.
Grandi numeri,grandi cifre, grandi nomi, questi sono
alcuni dei richiami del regista che dalle sue prime opere è diventato uno dei
preferiti di Hollywood misurando bene capacità, narrazione, pathos, ma anche
qualche strafalcione nel reparto della scrittura.
Se Nolan a questo punto, uno si chiede, voleva stimolare
e ispirare quel 99% a cercare di farsi forza credendo nelle proprie
possibilità per spezzare parti del
corrotto sistema, senza per forza avere come leader un mito o un eroe
mascherato, questo non si saprà forse mai.
Dall’altro c’è un amore smisurato per la settima arte che
il regista cerca sempre al meglio di coniugare con le straordinarie tecniche in
digitale ma senza mai dimenticare la sceneggiatura come vera anima e motore
trainante del film.
C’è da dire infine che tutte queste rivelazioni finali
del terzo capitolo sembrano un po’ delle vie di fuga del regista che sembra
dover muoversi a dirla tutta su tutti senza poter nascondere o eludere alcuni
colpi di scena che mai come in questo film vengono palesati in modo forse un
po’ troppo forzato.
In ultima analisi il finale scoppiettante muove i fili di
un’insoluta nuova alba che si spera non venga pedestremente allungata senza i
dovuti riguardi di chi, dopo tre film, a rimesso in carreggiata un ottimo
personaggio dei fumetti che a differenza di altri registi, non rimane solo
un’accozzaglia di scene action e quant’altro. Il Batman di Nolan, ancora più di
quello di Burton, possiede un’anima oscura e nobile come tutti quanti noi se
sappiamo scegliere, al momento giusto, da che parte stare.
Nessun commento:
Posta un commento