Titolo: Squalo
Regia: Steven Spielberg
Anno: 1975
Paese: Usa
Giudizio: 5/5
La cittadina di
Amity, situata su un'isoletta dell'oceano atlantico, deve al turismo la sua
prosperità. Una sera, una ragazza viene dilaniata da uno squalo enorme. Davanti
alla denuncia del fatto, lo sceriffo Martin vorrebbe far sospendere le
balneazioni, ma si trova di fronte l'opposizione del sindaco, preoccupato per
gli inconvenienti economici di una tale decisione. Il mostro però colpisce
ancora. Martin organizza una squadra con l'anziano pescatore Quint e con
l'oceanologo Matt Hooper.
Uno dei padri
dell’horror e padre dei blockbuster.
Ha creato nello
stesso tempo un capolavoro cinematografico e un modello commerciale
distributivo e di marketing.
Lo squalo non ha
bisogno di presentazioni. La sua carica eversiva è unica.
Spielberg partendo
dal best-seller di Peter Benchley riesce probabilmente in un’impresa quasi
titanica contando le difficoltà tecniche e logistiche che hanno portato alla
lavorazione del film.
Uno dei punti principali
per cui il film è a tutti gli effetti un capolavoro è proprio quello per cui è
lo squalo a essere il protagonista a differenza degli altri film in cui invece
i protagonisti erano gli esseri umani.
Qui invece
assolvono solo il compito di essere vittime, funzione dell’azione, creando un
sistema di suspance davvero incredibile che relega lo spettatore a
identificarsi con i tre protagonisti della vicenda.
Il secondo motivo è quello di creare per la prima volta
anche in questo caso la paura legata a qualcosa che davvero spaventa la psiche
di ogni essere umano. Il vuoto, tutto ciò che sta sotto di noi e non siamo in
grado di vedere e percepire.
E’praticamente impossibile trovare delle pecche in questa
pellicola. I quattro squali meccanici sono fantastici, il cast è perfetto, il
lavoro con la cinepresa di Bill Butler e eccezionale così come gli effetti
speciali di Robert A. Mattey.
Una lezione di cinema che nessun cinefilo può esentarsi
dal definirlo tale. Un film che ancora adesso a distanza di quasi quarantacinque
anni tiene incollato, lascia basiti di fronte a tanta suspance e fa in un
qualche modo rimpiangere alcuni vecchi capolavori del passato.
Si potrebbe anche dire che per tutti i fan di Melville e
di Moby Dick, l’idea di vedere uno scontro tra uomo e forza della natura
giocato così bene come è il caso di questo film fa quasi commuovere per la
forza che il cinema riesce ad esercitare.
E’vero qui non abbiamo una balena gigante e il capitano
Acab ma abbiamo uno squalo bianco enorme e un cacciatore di squali. Una
strizzatina d’occhio ci sta tutta.
Nessun commento:
Posta un commento