sabato 4 agosto 2012

Fastest


Titolo: Fastest
Regia: Mark Neale
Anno: 2011
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Girato tra il 2010 e il 2011, questo documentario prende il nome dal Fastest Lap, che nel motociclismo indica il più rapido giro della pista, e racconta sul grande schermo attraverso il mito di Valentino Rossi e la voce narrante di Ewan McGregor l'emozionante ed impressionante realtà del Campionato del Mondo MotoGP: le cadute più difficili, l'impegno, il coraggio e la passione che questo sport richiede ed esige dai suoi protagonisti.

Parto dicendo che non me ne è mai fregato un cazzo delle moto e benché meno della motoGp. Però sono un appassionato di cinema e dei documentari, così ho saputo che esisteva un lavoro che documentasse l’escalation alla motoGp di Valentino Rossi e addirittura il lavoro è stato creato e montato da un americano.
Il documentario è molto lungo, ha dei momenti molto lenti e probabilmente a causa della difficile distribuzione non è sottotitolato in tutte le interviste dei campioni stranieri.
Dall’altra parte invece mostra delle riprese tra le più belle mai realizzate sui circuiti del Motomondiale restituendo tutta la carica adrenalinica possibile.
Ci sono molti co-protagonisti, appare Marco Simoncelli, scomparso tragicamente il 23 ottobre 2011, così come le origini del fenomeno e del mito di Valentino Rossi, dagli scontri con Max Biagi fino all’ultimo motomondiale.
Il commento finale del regista sembra voler sottolineare  la presa di posizione del regista che altro non dice che ormai il fenomeno Rossi è tramontato e quindi conviene che il beniamino nato a Urbino torni a casa e prosegua la sua strada lontano dal motoGp.
Le scelte stilistiche che seguono l’evolversi dei principali climax della motoGp non omettono proprio nulla, dagli scontri fisici e verbali tra i motociclisti, agli sforzi delle casate motociclistiche e le difficoltà a cercare di creare sempre qualcosa di perfetto nonostante i continui problemi dovuti alle sospensioni, ai motori e ai pneumatici.
La svolta arriva invece dalle riprese onboard a cui lo spettatore assiste spesso durante le gare ma mostrate in questa maniera competitiva e spietata mostra le battaglie corpo a corpo tra Rossi, Gibernau, Lorenzo e Stoner.
Ma è forse l’atto finale del documentario che mostra come il passaggio del testimone tra il fuoriclasse italiano e i suoi rivali sia una realtà innegabile soprattutto contando che Lorenzo e Stoner rappresentano davvero quel futuro che Rossi ha saputo far diventare una leggenda vincendo tutto quello che poteva.
Un personaggio che va lodato anche per la sua umiltà., la sua capacità di saper rimanere sempre al suo posto nonostante il successo mondiale e precoce che lo ha investito.
Una lezione di vita, dunque, di un ragazzo che ha sempre amato e rispettato quello che faceva e in cui credeva.

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