Titolo: Fastest
Regia: Mark Neale
Anno: 2011
Paese: Usa
Giudizio: 3/5
Girato tra il
2010 e il 2011, questo documentario prende il nome dal Fastest Lap, che nel
motociclismo indica il più rapido giro della pista, e racconta sul grande
schermo attraverso il mito di Valentino Rossi e la voce narrante di Ewan
McGregor l'emozionante ed impressionante realtà del Campionato del Mondo
MotoGP: le cadute più difficili, l'impegno, il coraggio e la passione che
questo sport richiede ed esige dai suoi protagonisti.
Parto dicendo che
non me ne è mai fregato un cazzo delle moto e benché meno della motoGp. Però
sono un appassionato di cinema e dei documentari, così ho saputo che esisteva
un lavoro che documentasse l’escalation alla motoGp di Valentino Rossi e
addirittura il lavoro è stato creato e montato da un americano.
Il documentario è
molto lungo, ha dei momenti molto lenti e probabilmente a causa della difficile
distribuzione non è sottotitolato in tutte le interviste dei campioni
stranieri.
Dall’altra parte
invece mostra delle riprese tra le più belle mai realizzate sui circuiti del
Motomondiale restituendo tutta la carica adrenalinica possibile.
Ci sono molti co-protagonisti,
appare Marco Simoncelli, scomparso tragicamente il 23 ottobre 2011, così come
le origini del fenomeno e del mito di Valentino Rossi, dagli scontri con Max
Biagi fino all’ultimo motomondiale.
Il commento
finale del regista sembra voler sottolineare
la presa di posizione del regista che altro non dice che ormai il
fenomeno Rossi è tramontato e quindi conviene che il beniamino nato a Urbino
torni a casa e prosegua la sua strada lontano dal motoGp.
Le scelte
stilistiche che seguono l’evolversi dei principali climax della motoGp non
omettono proprio nulla, dagli scontri fisici e verbali tra i motociclisti, agli
sforzi delle casate motociclistiche e le difficoltà a cercare di creare sempre
qualcosa di perfetto nonostante i continui problemi dovuti alle sospensioni, ai
motori e ai pneumatici.
La svolta arriva
invece dalle riprese onboard a cui lo spettatore assiste spesso durante le gare
ma mostrate in questa maniera competitiva e spietata mostra le battaglie corpo
a corpo tra Rossi, Gibernau, Lorenzo e Stoner.
Ma è forse l’atto
finale del documentario che mostra come il passaggio del testimone tra il
fuoriclasse italiano e i suoi rivali sia una realtà innegabile soprattutto
contando che Lorenzo e Stoner rappresentano davvero quel futuro che Rossi ha saputo
far diventare una leggenda vincendo tutto quello che poteva.
Un personaggio
che va lodato anche per la sua umiltà., la sua capacità di saper rimanere
sempre al suo posto nonostante il successo mondiale e precoce che lo ha
investito.
Una lezione di vita,
dunque, di un ragazzo che ha sempre amato e rispettato quello che faceva e in
cui credeva.
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