Titolo: Et in terra pax
Regia: Matteo
Botrugno/Daniele Coluccini
Anno: 2010
Paese: Italia
Giudizio: 3/5
Tre storie
diverse, accomunate dal duro contesto della periferia romana. Marco, uscito dal
carcere, vuole ricostruire la sua vita all'insegna della normalità, ma cade di
nuovo nel circolo della delinquenza; Sonia, studentessa universitaria, deve
lottare per costruirsi un futuro; Faustino, Massimo e Federico, per una serie
di eventi, saranno costretti a rompere la loro amicizia.
Et in terra pax è il classico film atipico italiano.
Prima di vederlo non devi sapere nulla e non devi
assolutamente avere delle aspettative. Guai se leggi la trama o senti i pareri
prima del film o ancora peggio se leggi qualche recensione magari di qualche
critico famoso. Ti devi lasciare trasportare dalla storia sperando che come si
dovrebbe fare nel cinema, questa alla fine, possa appagarti.
Magari non del tutto ma almeno in parte.
Nel caso di questo film è così.
Stereotipi a volontà, certo, ma è anche vero che diventa
sempre più strano non doversi scontrare con questa idea di cinema, ma i pregi
del film e la poca fama dei due giovani cineasti servono anche a cercare di
tener meno conto di questi aspetti.
La prima cosa che colpisce è la realisticità e la
naturalezza.
Una Roma deserta e afosa, vuota e deserta come i
sobborghi e la periferia che la circonda, marcia e misera, abitata da precari ed
ex delinquenti che cercano di sbarcare
il lunario come possono oltre che cercare di redimersi da passati duri e
difficili.
La violenza, la sopraffazione, il pensiero mafia, le
droghe, la quotidianità vuota, la società liquida, la prostituzione, la vita di
quartiere, sono tutti tasselli che cercano di investire anche una dura critica
sulla corruzione dei propri principi come base dell’essere, quindi a te la
scelta.
Il vero colpo di scena è quella di evitare un racconto
morale in cui bisogna filmare i pericoli in cui i giovani potrebbero imbattersi.
Forse perché giovani, forse perché indagano i veri valori
delle nuove generazioni, i registi inquadrano senza esprimere giudizio ma
lasciando i protagonisti a rotolarsi nella loro stessa merda e facendo le
proprie scelte senza dimenticare i rischi a cui vanno incontro.
Il risultato è secco e convincente.
Non siamo di certo davanti ad un capolavoro ma per come
sta andando il nostro cinema questo film lascia davvero ben sperare.
Qualche analogia con MYSTIC RIVER a mio avviso c’è ma
senza togliere nulla al risultato finale.
Un dramma nero e avvincente su uno scenario solo
apparentemente sano.
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