Titolo: Bloodline
Regia: Edo Tagliavini
Anno: 2011
Paese: Italia
Giudizio: 2/5
Sandra e il suo collega Marco vengono mandati a
realizzare un backstage sul set di un film hard: tutto sarebbe normale routine
giornalistica, se il luogo delle riprese non fosse quello dove, quindici anni
prima, venne uccisa la sorella di Sandra da un serial killer chiamato “Il
Chirurgo”.Riluttante sulle prime, Sandra decide di affrontare i suoi fantasmi
accettando l’incarico, trovandosi suo malgrado coinvolta in una nuova serie di
omicidi: chi sta imitando il noto serial killer? Ma soprattutto: perché le sue
vittime tornano in vita pronte a uccidere a loro volta?
Si sa che l’horror italiano fa fatica a prendere vita in
un paese in cui i generi sono ancorati su due sponde e tutto il resto sembra essere
stato dimenticato a priori senza ricordarsi gli anni d’oro del nostro cinema.
Le produzioni indipendenti, dunque, diventano sinonimo di
uno stato e di una realtà in cui l’innovazione e la creatività prendono forma
dimostrando, come anche con pochi soldi, ma con le idee, tutto si può fare.
Allora arrivano i
film o i cortometraggi indipendenti.
Per quanto concerne Bloodline era da tempo che non
guardavo qualcosa di così indecoroso come a ribadire che anche con pochi mezzi
possono essere girate delle puttanate colossali e quindi la carta della strada
indipendente può portare anche a casi inclassificabili come questo.
Quindi Bloodline riesce nel suo unico intento ovvero
quello di ridere e indicare i personaggi sullo schermo vedendo l’iter di
battute rubate a una sceneggiatura di Centrovetrine.
Sciatto, recitato da cani da tutto il cast che comprende
anche un ex attore del porno, una regia imbarazzante, una storia mai così
improbabile e senza senso. Il tutto costellato da una finta seriosità di fondo
che cerca di arrivare a proporre una propria autorialità in un film davvero
indecente.
Dal prologo vediamo questa sorta di Chirurgo che come in
molti film non fa altro che citare una certa idea di serial killer proposta dal
nostro Argento nel suo periodo d’oro (non a caso gli effetti speciali di trucco
sono di Stivaletti).
Dopodiché tutto sembra montato da un affiliato delle
fiction televisive, la cui sola prerogativa è quella di mischiare elementi
topici del genere veicolandoli verso la prevedibilità e la bravata commerciale.
Davvero inclassificabile dal momento che verso la fine
Tagliavini visto il girato deve aver pensato che era meglio puntare sul trash
infilando come postilla finale una bella parodia zombesca (magari dal momento
che anche gli zombie si prendono sul serio…)
Tagliavini è meglio se ti dai all’hard.
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