Titolo: Isolation-La fattoria del terrore
Regia: Billy
O'Brien
Anno: 2005
Paese: Gran Bretagna/Irlanda
Giudizio: 3/5
In una remota
località della campagna irlandese, sorge la Dan Reilly. In gravi difficoltà
economiche, il fattore accetta di ospitare nella sua proprietà un laboratorio
che si occuperà di studi sulla fertilità animale. Ma le cose prendono una piega
spaventosa quando una terribile mutazione inizia a colpire il bestiame...
Ultimamente
l’horror come genere che non è sinonimo di cazzate, spesso definito come un
genere infantile in cui viene solo mostrata violenza, decide come molti
documentari e film-drama di denunciare alcune realtà davvero oscene come
l’allevamento intensivo o esperimenti genetici che sconfinano nella bestialità.
O’Brien parte in
quarta senza stare a mostrare animali che divorano vittime inermi ma anzi
sondando il lavoro di questo laboratorio che come in molti casi sembra
staccarsi dalla fattoria e dal resto del genere umano per sviluppare nel suo
microcosmo tutti gli orrori indicibili che noi povere scimmie non potremmo mai comprendere.
L’ingranaggio che
il film mette in atto è interessante, cresce mano a mano come il pathos che Robbie Ryan trasmette con la sua fotografia e
dopo poco cominci a chiederti cosa fa sì che il film nella sua sottrazione
riesca meglio di molti altri in cui tutto è palesato mentre qui è tutto
claustrofobicamente azzerato.
Certo il ritmo è lento e i dialoghi a volte dovrebbero
essere soppiantati da qualche scena che non faccia venire il latte alle
ginocchia ma nel complesso, complice anche il plot narrativo, il risultato è
interessante.
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