sabato 24 settembre 2011

Mulberry Street


Titolo: Mulberry Street
Regia:  Jim Mickle
Anno: 2006
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Raccontare di un’epidemia in cui a farla da padroni sono dei ratti non è il massimo dell’originalità soprattutto se Nick Damici e Jim Mickle non si degnano neanche di spiegare che cosa causa la trasformazione in uomini-ratto a parte il morso.
Eppure senza dare corda a spiegazioni logiche e scientifiche, Manhattan diventa la mela in cui vediamo una passerella di diversissimi personaggi, in comune hanno il motel di residenza, ognuno con i suoi disturbi e ognuno che sembra segnato dalla crisi economica globale.
Poi arrivano le trasformazioni, il governo che cerca di nascondere le notizie, ma non riesce a nascondere i fatti, le conseguenze e il pandemonio finale con scene splatter alternate a una scelta in parte comica e grottesca di virare le scelte e le azioni dei personaggi.
Ci sono purtroppo alcuni buchi di sceneggiatura e alcune scelte che per simpatia nei confronti del regista definirò bizzarre per non dire di alcun senso.
Usare il paradosso dei ratti anziché degli zombie è una scelta che la dice lunga sul continuum del film e le sue mosse. Un protagonista che è un ex pugile, la figlia smarrita che non poteva scegliere momento migliore per tornare a casa e infine un reparto tecnico che soprattutto nel make-up tira fuori i suoi assi così come in alcune inquadrature e una fotografia nella norma coadiuvata da interessanti scelte cromatiche.


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