Titolo: Spit on your Grave
Regia: Meir Zarchi
Anno: 1978
Paese: Usa
Giudizio: 3/5
Giudizio: 3/5
La giovane scrittrice Jennifer Hill si trasferisce in campagna per terminare il suo romanzo, ma invece della pace naturale del luogo campestre troverà prima l’orrore di un gruppo di ragazzi che la stuprano e la seviziano nella più cruda delle maniere e poi l’acre sapore della volontà di vendetta.
I spit on your grave, questo il titolo originale è un film difficile da collocare. Tosto, ogni tanto insopportabile (come la scena in cui Jennifer viene stuprata sul tronco e in cui urla come una dannata), è tuttavia scioccante per l’epoca ,classe ’78. Fa parte di quel filone dell’exploitation che prevede quella chicca di La casa sperduta nel parco, Cane di paglia, anche se qui il fascino della violenza si impone in maniera totalmente diversa. C’è il gusto del regista con un certo esibizionismo nel voler mostrare uno stupro che dura mezz’ora con intermezzi strani per la dinamica del gruppo in cui nel ritardato trova il mezzo per giustificare in parte le sue azioni. La motivazione nei giovani nasce dalla frustrazione e dalla noia in un paesino sperduto. Il regista ne ha per tutti in particolare partendo dal mezzo ritardato che sembra lo sguardo sulla trasformazione del branco. Altro che un tranquillo wee-kend di paura (film comunque più articolato e meglio strutturato).
Assistiamo alla distruzione psicologica di Jennifer abbastanza velocemente per poi vedere una giustizia veloce e anche questa in alcune parti troppo negativa. Perché mi chiedo Jennifer, quando può uccidere facilmente i suoi assalitori, perde tempo arrivando addirittura ad avere nuovi rapporti prima di ucciderli? E qui annoto una notevole scena di castrazione.
Brava la bella Camille Keaton, impersonifica molto bene la parte di una donna che perde quasi tutta la dignità per poi riconquistarne solo una parte dopo un’efferata vendetta.
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