Titolo: Nicotina
Regia: Hugo Rodriguez
Anno: 2005
Paese: Spagna/Usa
Giudizio: 3/5
Giudizio: 3/5
Lolo, un ragazzo con il trip dei computer, spia attraverso delle telecamere Andrea, la vicina di casa. Tomson e Nene sono due ladri che vogliono portare a termine un affare di gioielli con un mafioso russo, Svòboda. Le cose naturalmente non andranno per il verso giusto, l’affare sfuma e inizia l’inseguimento per i gioielli. A condire quest’inseguimento arrivano altri quattro personaggi, Goyo e Carmen i barbieri, e la farmacista Clara con il datore di lavoro con cui sembra non andare molto d’accordo.
Un film molto leggero e rilassante. La regia credo sia all’esordio con questo piccolo lavoro che dà l’idea degli “effetti della carenza della nicotina nelle persone”. Ogni personaggio vive in maniera frenetica cercando un momento libero per poter fumare o smettere.
La struttura rimane con i piedi per terra, poiché non azzarda a cose avventate e propina una storia non originalissima ma convincente.
Le cause sono nel pessimismo con cui Hugo Rodriguez condisce la caratterizzazione dei personaggi rendendoli talvolta cinici e spietati nonché iper-sensibili e umili.
Il giovane protagonista Lolo interpretato dal già visto Diego Luna non dice nulla, il personaggio è piatto, anche se vorrebbe essere più complesso del previsto. Un attore tranquillo che ha capito come accontentare Hollywood senza impegnarsi più di tanto.
I dialoghi sono ridondanti con qualche battuta caruccia ogni quarto d’ora.
Lo schema rimane piuttosto corale contando che tutto il film è caratterizzato da un montaggio, che io quasi sempre non sopporto, serrato e fastidioso. A volte per seguire più personaggi, il regista sdoppia se non triplica il numero delle camere sullo schermo rendendo il film una specie di spot musicale, per certi versi s’intende.
Il max dell’ironia drammatica è la scena grottesca, tra l’altro la migliore del film, in cui il poliziotto entra dal parrucchiere Goyo, viene maldestramente ucciso per errore, e infine Carmen cerca di frugare i gioielli nello stomaco del russo morto.
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