Titolo: Martin
Regia: Gorge A.Romero
Anno: 1978
Paese: Usa
Giudizio: 4/5
Giudizio: 4/5
Il giovane Martin si sta recando a Braddock, Pennsylvania, per trascorrere qualche tempo con un cugino più anziano, Tati Cuda. Sul treno, avendo disperato bisogno di sangue, uccide una passeggera. Giunto a destinazione, viene subito accusato di essere un vampiro. Christina, la nipote di Tati, ritiene che il ragazzo abbia soltanto dei problemi psichici e non crede alla maledizione che pesa sulla loro famiglia. Secondo Tati, infatti, se Christina dovesse avere dei figli dal suo futuro marito Arthur, anch’essi potrebbero nascere vampiri. Martin, intanto, ha trovato un lavoro e ne approfitta per mietere vittime. Tormentato dal rimorso, si confessa telefonicamente durante un programma radiofonico. Tati decide di far intervenire padre Howard un esperto di vampiri e padre Zulemas un esorcista.
Martin è un film anomalo e straordinario. Romero a mio giudizio gira il film più maturo della sua filmografia oltre che il più affascinante. Martin rompe tutti gli schemi del vampiro tradizionale e lancia anche frecciatine contro i luoghi comuni dei vampiri classici.
Il film è girato in maniera impeccabile con citazioni in b/n su vecchi film e la scena col mantello e i denti finti è da annali, così come quella in cui appunto Martin spiega al tipo della radio le differenze tra lui è un potenziale vampiro Stokeriano.
Ciò che più sconvolge ancora una volta è la serie di dinamiche che tendono ad approfondire la natura umana in cui un Cuda riesce veramente ad essere più terrificante di un vampiro(la religione può arrivare a sfoggiare i peggior mostri, ma questo si sa…)e il modo in cui viene approfondita la natura, i dubbi, la sensibilità e curiosità di un ragazzo che normale non è e che purtroppo deve ogni tanto fare una piccola scorta di cibo in modo poco inusuale…
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