Titolo: Ley Lines
Regia: Miike Takashi
Anno: 1999
Paese: Giappone
Giudizio: 4/5
Giudizio: 4/5
Ryuichi e un ragazzo cinese che abita in Giappone. Purtroppo a causa di continue discriminazioni parte con il fratello Shun e l’amico Chan per Tokyo dove inizieranno a lavorare per un boss per poi cercare di fregarlo.
Ley Lines è del’99. Il genere mischia come sempre tematiche di yakuza con una storia drammatica, un percorso di formazione, un affresco d’amicizia e fiducia e una riflessione su che senso poter dare alla vita.
Come sempre il film è girato molto bene con scelte stilistiche d’effetto e numerose trovate. Ci sono dei momenti catartici assolutamente miikiani come il pappone che picchia la prostituta Anita che rimanda ad Ichi per la carica di violenza della scena. Anche il modo di mostrare i combattimenti come la scena in cui Ryuichi picchia il fratello Shun ricorda molto Rainy Dog.
Bravi gli attori alcuni fedeli alla filmografia di Miike come Sho Aikawa, Ren Osugi, Tomorowo Taguchi, Kashiwaya Michisuke e altri come il protagonista Kitamura Kazuki.
Il film quindi non racconta solo di tre amici che vogliono evadere da una realtà denigrante per piombare nell’inferno che non regala nulla ma che invece esige e non transige.
Le loro peripezie, il rapporto con la prostituta Anita che prima li deruba e poi gli aiuta complice di un itinerario di violenze e rapine.
Non mi soffermo sulla parte tecnica perché come sempre è incisiva ed efficace. La storia è forse una delle più “normali” che non esagera quasi mai e regala a parte scene indimenticabili una piccola nota di riflessione.
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