Titolo: Serpente all’ombra dell’aquila
Regia: Yuen Woo-Ping
Anno: 1978
Paese: Hk
Giudizio: 4/5
Giudizio: 4/5
Il film è ambientato in Cina. Due scuole d’arti marziali: l’artiglio del falco e il morso del serpente.
La prima scuola decide di imporre la propria potenza e superiorità uccidendo svariati allievi della scuola del morso del serpente. Il maestro del serpente decide così di sfidare il maestro dell’artiglio, ma muore e gli unici due eredi della disciplina rimangono un giovane ragazzo(Chan)ed un vecchio pratico dello stile dell’ubriaco.
Il vecchio prenderà in custodia il giovane insegnandoli la sua tecnica e alla fine il giovane riuscirà a sconfiggere il maestro dell’artiglio.
Il film oltre ad omaggiare vari stili cinesi di arti marziali riesce grazie alla verve di Chan ad essere divertentissimo.
La scena che più mi ha divertito è stata quella del combattimento finale, in cui Jackie usa la sua nuova tecnica imitando i gesti del gatto. Infatti durante tutto il combattimento sentiamo i miagolii.
Le coreografie sono studiatissime e rendono interessanti i combattimenti, mostrando diverse tecniche a confronto. Il film inizia subito, mentre presenta i titoli di coda, con una forma di wushu di Jachie Chan. La forma e lo stile sono perfetti e vengono magicamente accostati da una bella musica elettronica.
Alla fine del film Jackie contamina le due tecniche delle due scuole formando lo stile del serpente all’ombra dell’aquila. Tutti gli attori sono stati convincenti. In particolare il vecchio che ho già visto in numerose pellicole di genere.
Il ritmo è costante e riesce ad unire i numerosi combattimenti con una storia in ogni modo non troppo scontata, in cui non mancano personaggi di contorno come un prete russo che lavora per l’artiglio dell’aquila.
Insomma un film che non stufa mai, riesce a coinvolgere pur tenendo sempre accesi i riflettori sui combattimenti e le sempre innovative trovate coreografiche.
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