Titolo: Cold Prey
Regia: Roar Uthaug
Anno: 2006
Paese: Norvegia
Giudizio: 2/5
Giudizio: 2/5
Cinque giovani sciatori sono costretti a passare la notte in un rifugio abbandonato in mezzo alla neve. Durante la permanenza i ragazzi scoprono loro malgrado che in realtà il rifugio è solo apparentemente disabitato.
Il plot è tra i più classici e saccheggiati del genere. Da qui uno può aspettarsi tutto o niente considerato che oramai avendo dato già molto risulta difficile cercare di essere originali o mostrare qualcosa che ci appaghi completamente anche se il filone è lo slasher.
Uthaug non solo non ci è riuscito ma dimostra come il cinema horror nei paesi del nord non abbia una storia e delle idee tali da renderlo eccellente come quello francese, inglese in minor misura e con qualche buon titolo anche quello austriaco.
Cold Prey poteva dire e dare il suo contributo merito anche di alcune suggestive location(forse tra le cose più belle del film) ma si spreca con una sceneggiatura abbozzata e priva di ogni colpo di scena.
La recitazione è quella che è anche se spesso e volentieri non spetta al cast riuscire a stupire laddove invece è compito del regista che sembra comunque accontentarsi di qualche scena carina ma che non basta nel totale per dare una sufficienza alla pellicola.
I tempi poi qui sono troppo tirati per le lunghe, manca un ritmo incisivo e il killer aka maniac è il calssico poveraccio che rimane nascosto in un hotel per decenni aspettando che arrivi qualcuno per massacrarlo.
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