Titolo: Andromedia
Regia: Takashi Miike
Anno: 1998
Paese: Giappone
Giudizio: 3/5
Giudizio: 3/5
Mai viene travolta da un camion e dopo la sua morte, la mente viene trasposta all’interno di un computer per creare una vita virtuale accessibile dalle sue amiche e dal suo amato Yu che cercherà di salvarla dalle mani di alcuni potenti dell’industria informatica giapponese e americana.
Il soggetto è tratto da un romanzo di Watanabe Hirotake. La sceneggiatura che come pochi film vede la collaborazione del regista è a tre mani( stento a crederci) è di Kisaragi Kurio, Nakamura Masa, Era Hitaru, il primo ricordo che ha collaborato svariate volte con il Miike Takashi.
Un altro prodotto commissionato al più prolifico dei registi giapponesi (se contiamo la qualità e le prestazioni dei suoi film). Andromedia da subito deraglia dai canoni ultimi a cui il cinema di Miike ci ha abituati. Con una fotografia molto curata se pensiamo alle possibilità dell’anno sul genere e al budget con cui è stato girato e un ritmo a tratti frenetico e con un montaggio che dopo “Dead or Alive” non poteva che rimanere unico e indiscusso. Andromedia risulta visivamente avanti come scelte legate anche ad un budget piuttosto limitato. La storia purtroppo essendo confezionata su alcuni giovani gruppetti pop, la scena del balletto fa troppo ridere, è a tratti noiosa e scontata, ma avere la garanzia di un regista che cerca sempre di arrivare al limite avendo limiti e vincoli dalle produzioni è cosa unica e rara. In questa pellicola, che dovrebbe trattare blandamente di alcuni teen-ager di cui due sono star di gruppi pop in Giappone e delle loro avventure sentimentali da subito sbanda, il regista riesce grazie alle sue solite scelte stilistiche innovative a rendere il film un’altra bella contaminazione tra generi che spaziano dalla commedia alla fantascienza. Ottima la resa di Mai/Ai “Speed”, la giovane all’interno del computer. E’ strano pensare che da una pellicola come questa del ’98, i fratelli di Matrix abbiano “preso in prestito” alcune scene come quella dei virus che attaccano all’interno del computer. Poi non mancano le scene humor così come trovate registiche indubbiamente uniche.
Andromedia dunque è un buon prodotto certamente non fondamentale come altre sue pellicole ma comunque innovativo e per gli amanti del regista un’altra indispensabile pillola rossa.
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