Titolo: Mali
Regia: Antonio Nuic
Anno: 2018
Paese: Croazia
Festival: Torino Underground Cinefest
Giudizio: 3/5
Dopo aver trascorso quattro anni in
prigione, Franjo non è cambiato. Era, ed è tuttora, uno
spacciatore. Sua moglie sta morendo e i genitori della donna vogliono
far risultare l'uomo incompetente al fine di togliergli la custodia
del figlio, Mali. Tuttavia, Mali ama suo padre e vuole continuare a
vivere insieme a lui. I metodi genitoriali di Franjo sono poco
convenzionali, ma non intende darne conto a nessuno. Inoltre non
permetterà ad anima viva di portargli via suo figlio.
Inaspettatamente, per il suo 40esimo compleanno, Franjo riceverà un
regalo che risolverà tutti i suoi problemi.
Una commedia grottesca, un insolito
dramma sul sociale. Mali è il secondo film del giovane croato Nuic
che sempre su territori indipendenti inesplorati muove la sua
macchina cinematografica con un film intenso che cerca di mettercela
tutta per quanto concerne le carenze di budget e alcuni intenti che
cercano di mescolare film di formazione e crime movie.
Come succedeva per Wild
Bill anche qui abbiamo
giovani/adulti e viceversa, dove cercando di dare il buon esempio ai
figli spesso e volentieri si finisce con l'essere peggio dei bambini.
Da questo punto di vista il passato
criminale e alcuni vizi sembrano essere i leitmotiv di Franjo e la
sua banda di rovinati.
Mali cerca di farsi spazio come dicevo
alternando spesso il linguaggio rendendolo ironico e volgare ma anche
colto e raffinato, sempre sul piano della bilancia, offrendo uno
spaccato sul sociale dove cercare di rifarsi una vita per chi è
stato in prigione oggi diventa sempre più complesso, soprattutto
quando a raccoglierne gli esiti diventano i bambini come nel caso del
piccolo Mali.