Titolo: Yattaman
Regia: Miike Takashi
Anno: 2009
Paese: Giappone
Giudizio: 4/5
Yattaman 1 e Yattaman 2, quando non
sono in officina a fabbricare Mecha come il prodigioso Yatta Can,
sono in giro a salvare il mondo dalle mire malvagie dei servitori di
Dokrobei, la bellissima Miss Dronio e i suoi due lacché, Boyakki e
Tonzula. In ballo c'è il ritrovamento della Pietra Dokrostone,
capace di regalare un potere immenso al suo possessore: nelle mani
sbagliate comporterebbe la fine del mondo così come lo conosciamo.
Yattaman è stato un progetto ambizioso
e complesso che ci ha messo tre anni prima di venire alla luce.
Parlando del maestro e di come riesca a ritagliarsi una sua idea e
politica di cinema in qualsiasi genere in cui graviti è una
prerogativa e una peculiarità che hanno solo lui ed altri folli
colleghi come Sion Sono e Tsukamoto solo per fare due nomi, ma per
fortuna almeno in Oriente la lista è lunga.
Riuscire a dare vita ad un live action
originale senza perdere la visionarietà, ma anzi allargandola e
adattandola ad un target diverso e senza farla diventare una
pattumiera trash come ultimamente è successo per Tiger
Mask non era semplice.
Si ride, l'azione è folle e mai
macchinosa, i personaggi sono caricature al limite rendendo spassosi
i dialoghi e le slapsticks. I combattimenti poi e gli inseguimenti
sono curati molto bene, riuscendo a cercare di essere all'altezza
senza mai sfociare nel ridicolo e infine la fruizione e come sempre
relegata ad un target che unisce bambini e adulti.
Yattaman proprio per gli argomenti di
cui tratta, un cartone animato, pareva un'operazione folle.
Ed è proprio in progetti come questi
che si vede l'autorialità e l'esperienza. Sembra più facile girare
un kolossal ad ampio budget dove le regole da aderire sono sempre le
stesse, piuttosto che mettere mano su, ripeto, un'operazione folle
come il film in questione.
Miike ancora una volta ci è riuscito
alla faccia di tutti gli apocalittici e i critici che aspettano un
passo falso dell'outsider nipponico. Ancora una volta chapeau!