Quando un escursionista smarrito si imbatte in un vecchio che vive nei boschi, non avrebbe mai potuto immaginare l'incubo che lo attende.
Diciamo che per chiunque trovarsi da soli con Stephen Lang metterebbe a disagio.
Il perchè potrebbe essere legato ai suoi tratti somatici, a quella follia in fondo agli occhi, ai suoi ruoli e al fatto che nonostante l'età sembra ancora in gran forma. Mettiamolo da solo in una baita sperduta in mezzo alla neve a degenerare e a bersi dell'alcool puro fatto in casa.
Un dramma teatrale da camera. Due attori. Flashback che nel terzo atto arrivano all'impazzata a creare misteri, dubbi e far riflettere se di realtà stiamo parlando o forse potrebbe essere tutto un sogno o un allucinazione del protagonista. McKee è uno di quegli outsider che non ha bisogno di presentazioni. Ci ha abituato e viziato bene agli eccessi e ha saputo farcire di sangue alcune opere che in anni di digiuno nell'horror salivano dritti all'Olimpo.
Old Man si sgancia da tutto questo. Una piccolissima produzione per un film che non esce mai dalla baita e lascia questo gioco di sguardi dove il forestiero pur non essendo un nome famoso riesce anche se con difficoltà a tener testa al nostro Lang che ovunque lo metti se cieco, o in mezzo ad un gruppo di veterani a stanare tossici in un bar, fa sempre la sua porca figura.
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