Carezza e Sorriso da bambini si fanno rubare la Dune Buggy ormai mitica. Divenuti adulti e dopo una lunga separazione si incontrano di nuovo avendo appreso che l'auto è stata messa in palio in una competizione automobilistica. A promuoverla è Torsillo, uno speculatore edilizio che vuole espropriare il circo di Miriam, una domatrice di tigri e lanciatrice di coltelli che Carezza già conosce e Sorriso imparerà a conoscere tra un scazzottata e l'altra. Mentre la Dune Buggy sembra essere diventata una meta irraggiungibile.
Con inserti da comics si aprono le danze per un film che sembra girato in brevissimo tempo dando particolarmente risalto alle interpretazioni tutte legate all'algoritmo in questione..l'improvvisazione. Con una storia che sembra una scusa per apparecchiare un reboot che sinceramente nessuno voleva vedere e pur avendo due attori abbastanza solidi nel cinema italiano post contemporaneo, il film è una galleria di luoghi comuni e affreschi che nessuno si aspettava. Il circo, i rom che sembrano cattivi ma in realtà difendono con i denti "la loro terra". Personaggi abbozzati dove il villain è Christian De Sica che recita se stesso in maniera alquanto fastidiosa. Senza stare a soffermarsi su un cast tutto sbagliato, anche lo stile non sembra portare nulla di nuovo alla mediocrità del prodotto, tra droni imperanti e un montaggio inutilmente caotico. Purtroppo il problema di buona parte del cinema italiano è questo e il film lo conferma ancora una volta. Non si mettono più in piedi film perché piace la storia, perchè ci si crede o si proceda con prodotti coraggiosi dando forza a un immaginario preciso, ma solo ed esclusivamente per l’operazione puramente commerciale e di marketing che si può portare avanti e che i fan service richiedono.
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