Una ex campionessa di pugilato di origine nativo americana intraprende il combattimento della sua vita quando va alla ricerca della sorella scomparsa.
Dopo MANOS SUCIAS Wladyka torna a misurarsi con un indie che sfocia nel dramma sociale con venature da revenge movie e una critica al mondo della prostituzione e delle vittime di tratta.
C'è lo sport, la boxe, a rendere viva e accendere Kaylee di speranze ma anche di illusioni.
Una speranza sulla possibilità di trovare la sorella fa sprofondare la protagonista in un mondo di violenze e soprusi dove persone apparentemente adeguate con moglie e figli nascondono terribili segreti trattando le native americane come merce di scambio.
Catch the fair one colpisce come un diretto e fa male. Kaylee è una protagonista interpretata da una lottatrice professionista che riesce a dare enfasi e pathos ad un personaggio spesso sfuggente e ambiguo. La narrazione non porta mai a scelte semplici, rifugge da ogni happy ending strutturando gli intenti mano a mano che sembrano palesarsi gli obbiettivi. Daniel Henshall come sempre da struttura e carattere ad un personaggio sporco e sadico in un circolo vizioso dove la donna continua ad essere trattata al pari delle bestie e dove Kaylee si butta nella disperata ricerca sapendo che dovrà incassare parecchi colpi. Un film sporco e cattivo, tenero in attimi fugaci quando Kaylee concede quegli sprazzi di sorriso, cercando di dare un senso alla sua vita e battendosi per molte donne che non hanno la stessa forza e ostinazione.
Nessun commento:
Posta un commento