Una ragazza indaga sul mistero della sorella scomparsa
Censor è il miglior horror finora del 2021 e manco a farlo apposta è inglese di una regista gallese.
Un film particolarmente malato e sadico in grado di elevarsi ad alta quota in un panorama molto mainstream dove ormai tanti titoli horror non riescono a fare ciò che devono: disturbare.
Censura, snuff, metacinematografico, found footage, slasher, splatter, politico e con una discesa agli inferi che non si vedeva da tempo. Censor parla di b-movie gore e ultra violenti senza quasi mai farli vedere allo spettatore mentre invece mostra i volti di chi li supervisiona. Ci fa entrare in un dramma con un senso di colpa mai superato, una sorta di eterna ricerca di qualcosa andato perso in un'infanzia strana con una coppia di genitori disfunzionali che non hanno mai accettato il dramma.
Censor prende Niamh Algar e la stravolge completamente facendola impazzire un pò alla volta prima di prendere una strada tortuosa e creare un climax ad hoc con un finale magnifico.
Censor è metaforicamente il taglio netto che Enid compie quotidianamente per lavoro con i film, ma allo stesso tempo un taglio netto (una censura) ai suoi ricordi che riesce a nascondere e ritrovarli quando vuole e allora il film maledetto "Don't go in the curch" risveglia quella ricerca e quella follia di credere in qualcosa che forse è solamente un trauma mentale o una ferita profonda che non guarirà mai.
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