Grace e Jonathan Fraser sono una ricca coppia di Manhattan: vivono in un duplex sulla Quinta strada, hanno lavori qualificati (lei è psicoterapeuta, lui oncologo infantile), un figlio adolescente che frequenta una prestigiosa scuola privata. Durante un incontro del comitato genitori della scuola, Grace rimane colpita da Elena, giovane donna d'estrazione popolare che si comporta in maniera poco consona all'alta società. Al termine di una serata di beneficienza, durante la quale Elena ha rivelato a Grace il proprio disagio esistenziale, la donna viene trovata morta, selvaggiamente uccisa a martellate. Per Grace è uno shock, così come scoprire che il marito è improvvisamente scomparso. Dov'è l'uomo? Perché non risponde al telefono? E cosa resterà della vita di Grace quando Jonathan sarà accusato di omicidio e considerato un latitante?
Ormai il cinema della Bier è stato sdoganato oltreoceano da quando l’autrice dirigeva drammi contemporanei in Danimarca. Con un’idea precisa di cinema sono cresciute le consapevolezze e i mezzi su un genere, in particolar modo il thriller, che l’autrice ha saputo gestire molto bene nella sua nutrita filmografia sapendo gestire molto bene le dinamiche tra i personaggi.
In sei episodi tutta la vicenda è veicolata su un nucleo familiare e sulle vicissitudini tendenti a minare la stabilità e la tranquillità di un nucleo borghese della New York che conta.
Un omicidio con tutti i crismi del caso mina questa tranquillità e stabilità dove nel giallo che si viene a creare in realtà sono pochi i personaggi imputati su cui si andranno a creare le accuse.
Un thriller psicologico confezionato molto bene che riesce dalla sua con pochi elementi ma intense prove attoriali a non calare mai di ritmo facendo sempre ripensare allo spettatore se la scelta sul colpevole sia sempre la stessa fino alla fine e in questo devo dire che la scrittura compie un doppio lavoro, utile nel mandare avanti una pista e disseminandola di indizi e false piste, dall’altra un monolite se per chi dal primo episodio era sicuro di aver scoperto l’assassino.
Nessun commento:
Posta un commento