Titolo: Fatal Fury – The motion
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Regia: Masami Obari
Anno: 1994
Paese: Giappone
Giudizio: 3/5
L'ambizioso Laocom Gaudemaus, insieme
ai suoi tre seguaci Penny, Hauer e Jamin, mira a recuperare
l'armatura di Marte, capace di dotare d'immani poteri colui che la
indossa. Sulia, sorella di Laocom e preoccupata per le mire oscure
intraprese dal fratello, si rivolge a Terry Bogard, che in passato
aveva sconfitto avversari come Geese Howard e il suo fratellastro
Wolfgang Krauser, per porre fine alle ambizioni di dominio del
fratello. Terry non si lascia pregare e grazie all'aiuto di suo
fratello Andy e degli amici Joe e Mai, si recano nei luoghi in cui
sono dispersi i pezzi dell'armatura prima che se ne impadronisca il
gruppo di Laocom.
Fatal Fury è sempre stato un
picchiaduro di serie b, rispetto a saghe ben più epiche e
affascinanti.
Gli anni 90' per l'animazione
giapponese, quella che prende spunto dai videogiochi, sono stati i
più intensi e memorabili parlando ovviamente di film di genere e
mettendo questo film insieme a
STREET FIGHTERS come i due prodotti
d'intrattenimento tratti dai videogiochi migliori, in un decennio
dove c'erano degli artisti inarrivabili e pazzeschi come tutto il
cinema di Yoshiaki Kawajiri, Mamoru Oshii, Katsuhiro Ōtomo, Satoshi
Kon e Miyazaki.
La saga di Fatal Fury, di cui sono
stati prodotti tre film dalla sua ha un'anima avventuriera davvero
strategica giocando con l’archeologia, le leggende, gli artefatti o
le pergamene dotati di mistici poteri, e la storia dell’armatura
sacra, nonostante paghi un pesante pegno ai CAVALIERI DELLO ZODIACO,
è davvero molto affascinante. Vedere i personaggi spostarsi da un
capo all’altro del mondo per recuperarne i pezzi permette agli
spettatori di visitare diverse location di grande appeal e
splendidamente ritratte, spesso e volentieri anche dotate di un
fascino esotico che ben si confà all’avventura archeologica.
In forma semplificata e senza prendersi mai sul serio, il film non si fa mancare nulla, c’è avventura, mistero, umorismo, qualche corpo nudo, ci sono i combattimenti a base di arti marziali e c’è il sentimento, che non manca mai nelle produzioni dedicate a Fatal Fury e qui viene ben esemplificato dalle love stories tra Andy e Mai tra Terry e Sulia mentre lo stesso non si può dire nei villain
In forma semplificata e senza prendersi mai sul serio, il film non si fa mancare nulla, c’è avventura, mistero, umorismo, qualche corpo nudo, ci sono i combattimenti a base di arti marziali e c’è il sentimento, che non manca mai nelle produzioni dedicate a Fatal Fury e qui viene ben esemplificato dalle love stories tra Andy e Mai tra Terry e Sulia mentre lo stesso non si può dire nei villain
che sono dei personaggi unicamente
“stilosi” a livello estetico.
Curiosa la leggenda alla base del film.
2300 anni fa, un uomo di nome Godamas minacciò lo sconfinato impero
di Alessandro il Grande grazie ai poteri dell’Armatura di Marte. In
uno scontro che spazzò via Babilonia, Godamas venne sconfitto e
l’armatura venne smembrata in sei parti che furono disperse in
luoghi remoti.
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