Titolo: Field guide to evil
Regia: AA,VV
Anno: 2018
Paese: Usa
Giudizio: 4/5
Field guide to evil in tempi di
folk-horror e cicli antologici è una piacevolissima sorpresa per
svariati motivi. Vuoi il suo essere passato inosservato, vuoi perché
racchiude alcuni registi che amo molto (Evrenol, Strickland, Gebbe,
Franz & Fiala, Smoczyńska) vuoi perchè tutte le storie si
concentrano su leggende poco conosciute ognuna scandagliando un luogo
diverso.
Sono dei corti dove il peso della
narrazione si impone e di fatto riesce a far sì che alcuni lavori
riescano a esercitare maggiori suggestioni rispetto ad altri, chi per
gusti personali o chi perchè sembra andare ad approfondire antiche
superstizioni. Favole nere tramandate nei villaggi, dove protagonisti
sono mostri, elfi, demoni annidati nei boschi e miti malefici che
prendono corpo. L’orrore insito nel folklore, che attraversa il
tempo secolare e gli spazi geografici, condensato in un’antologia
di otto racconti che esplora il lato più oscuro della tradizione
ambientati in passati scaramantici e insidiosi.
The Sinful Women of Höllfall
I registi di Goodnight Mommy ci portano
in Austria uno dei paesi più complessi al mondo al livello di cinema
per parlarci dell'elfo Trud e di un amore omosessuale tra due donne
che come tale deve essere punito perchè a quei tempi semplicemente
non poteva essere accettato.
Haunted by Al Karisi – The Childbirth
Djinn
Evrenol di Baskin e Housewife ci porta
nella sua terra la Turchia per parlarci del demone Karisi, il demone
del parto che si presenta con le sembianze di una donna ma anche di
un gatto o di una capra. Uno dei corti più complessi, girato quasi
tutto all'interno di una stanza e con questo alternare dialoghi e
silenzi, dove gli stati della madre malata e il suo delirio in
crescendo creano inquietudine e mistero. Come sempre il tocco del
regista dimostra una scelta perfetta dei tempi narrativi, un
montaggio eccellente e quella cattiveria innata nell'anima della
politica d'intenti dell'autore che spesso e volentieri sfocia nel
gore estremo.
The Kindler and the Virgin
La regista di Lure ci porta in Polonia
un paese che amo alla follia per regalarci una delle storie più
lente e minimali, giocata con una fotografia tetra tutta incentrata
sui toni bluastri dove questa entità, una donna, sembra ammaliare
questo giovane profanatore di tombe in cerca della saggezza.
Un corto molto complesso che tratta a
differenza degli altri, assieme a Strickland la magia intessendola di
suggestioni, inquietanti presenze, scene di cannibalismo e molto
altro ancora.
Beware The Melonheads
Calvin Lee Reeder è uno dei pochi
registi di cui non ho ancora potuto guardare nulla prima di questo
corto. Ed è un peccato perchè pur non infilandosi come nei
precedenti in una leggenda vera e propria mischia esperimenti
nucleari alla Craven con protagonisti dei bambini malvagi e una sorta
di potere psichico. Capitanati da un losco nano, gli umanoidi
destabilizzeranno un simpatico equilibrio famigliare mordendo
fisicamente con colpi bassi. Con uno stile molto sporco a tratti
amatoriale e senza l'impiego massiccio di c.g, il corto di Reeder è
il più bifolco tra i corti visti finora, quello che per assurdo
sembra prendersi meno sul serio, un colpo alle costole che riesce a
farsi portatore di una sua mitologia più cinematografica che altro,
in fondo divertente.
What Ever Happened to Panagas the
Pagan?
Yannis Veslemes ci porta in Grecia per
una favola davvero disturbante che sfocia come contro altarino delle
gioie natalizie ma a differenza del Krampus ci parla del
Kallikantzaros,
creatura mostruosa
che, secondo la tradizione, manifestandosi sotto stati alcolemici
molto alti, vive sottoterra tutto l’anno fino al giorno di Natale,
quando visita le case per arrecare οgni sorta di angherie alle
persone
Palace of Horrors
Ashim Ahluwalia ci porta in India in un
palazzo che sembra un incubo o una suggestione per farci entrare in
un incubo in b/n dove una galleria di creature deformi sembra
rappresentare e conciliare la metafora di un paese dilaniato dalle
malattie e dallo sfruttamento
A Nocturnal Breath
Dalla Germania la regista di Tore Tanzt ci parla del Drude, uno spirito malevolo che lascia il corpo del
posseduto per diffondere malattie sterminando greggi e bestiame
lasciando la gente in povertà e vittima di ignominie e persecuzioni
prima in assoluto la stregoneria. La persona come la bestia giace
esanime fino a quando lo spirito non ritorna nel suo corpo
The Cobblers’ Lot
Dall'Ungheria l'ultimo segmento è di
un regista fantastico che seguo da diversi anni, Strickland
(Berberian Sound Studio, Duke of Burgundy, Katalin Varga) portandoci
in una fiaba muta e onirica, suggestiva quanto ancestrale e magica,
in una ricerca disperata per arrivare alla donna amata. The
Princess’s Curse procede incalzante in questa rivalità fraterna in
un eclatante manifesto funereo grazie ad immagini estremamente
evocative e poetiche.
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