Titolo: Stakelander
Regia: Dan Berk e Robert Olsen
Anno: 2016
Paese: Usa
Giudizio: 3/5
Quando la sua casa di New Eden viene
distrutta da una fratellanza di vampiri rivitalizzata e dal suo nuovo
leader, Martin si ritrova da solo nei calanchi americani. A fargli
compagnia e da guida avrà solo il lontano ricordo del suo mentore,
un leggendario cacciatore di vampiri.
Ho aspettato 4 anni prima di vedere il
sequel di uno dei film indipendenti sui vampiri più belli della
nuova generazione.
Stake Land è l’amore profondo per il
cinema di genere sublimato da un duo di artisti che adoro e che come
me amano uno degli scrittori di narrativa horror e noir più
importanti di questi tempi Joe Lansdale.
Jim Mickle e Nick Damici sono la
formula magica nell’horror moderno.
Qui in cattedra abbiamo però solo
Mister Damici, in un prodotto che cerca di mettercela tutta con
limiti e prove di ignoranza eroica che riescono a dare toni macabri e
soluzioni visive interessanti.
I risultati e l’approssimarsi di una
nuova era dopo l’Apocalisse vampiresca portano ad un road movie, un
survival movie dove tra umani indecenti, vampiri sempre in fase di
trasmutazione condannati a diventare qualcos’altro. Una specie
nuova, un’orda selvaggia e matriarcale dove sempre più è la
gerarchia della specie a dettare legge e formule di sopravvivenza.
La differenza più grossa tra i due
film è la scrittura. Il primo era micidiale, cattivo, rassegnato,
grottesco, con un’atmosfera e una solitudine spaventosa. I vampiri
erano ancora più cattivi e facevano paura soprattutto quando erano
preti e cadevano letteralmente dal cielo. La messa in scena poi era
ben altra cosa mentre qui a tratti soprattutto per la fotografia
sembra un prodotto televisivo. Qui l’aria è la sostanza è di un b
movie che non è certo una critica, anzi, ma il film procede senza
guizzi narrativi e colpi di scena, facendo il suo e mostrando alcune
schiere di vampiri che sembrano non morti di qualche saga televisiva
indecorosa.
Si guarda, il ritmo certo non manca,
qualche volta morde come Damici impone nella sceneggiatura, ma sarà
il faccino dolce del protagonista o l’assalto finale che mi è
sembrato di vedere Fantasmi da Marte girato dalla Asylum.
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