Titolo: Blood Bags
Regia: Emiliano Ranzani
Anno: 2018
Paese: Italia
Giudizio: 3/5
Un mostro si aggira per i corridoi di una casa
abbandonata, prendendo di mira i curiosi che vi entrano. Due amiche vi si
avventurano solo per scoprire poco dopo che tutte le uscite sono state
bloccate. La creatura le insegue, sempre più affamata e assetata del loro
sangue. Non c'è via d'uscita.
A volte alcuni film stupiscono più per la forma, per la
costruzione, per la tecnica, per come impreziosiscono i dettagli che non per la
storia in sé che trattandosi di uno splatter/slasher diventa spesso e
volentieri marginale.
Blood Bags nel mondo dell’indie italiano, del cinema
autoriale diciamolo subito è una piacevole sorpresa.
I perché sono tanti e portano sulle spalle citazioni che
non diventano mai opprimenti ma che sanno dare il giusto tono, una squisita
ricerca di colori di impostazione della mdp (con alcune sequenze sofisticate e
oniriche davvero funzionali) e un amore profondo per Bava in primis e Argento
al secondo posto (e tutti gli altri rimangono iconici nel sotto filone). Blood
Bags gioca bene le carte individuando da subito i vettori forti su cui un
prodotto di questo tipo deve fare i conti, ma allo stesso tempo non punta a quella
bramosa ricerca di dover fare il salto in avanti cercando sensazionalismi
originali, ma preferendo una strada più artigianale fatta di iconografe in
parte già ammesse, un’ottima fotografia che nell’atto finale in quella grotta
fumosa trova il suo apice, cercando un mix di elementi che riescano a inserire
più richiami dei generi in particolar modo il poliziesco, l’indagine, il
serial-thriller cercando in più di non lasciare tutta la responsabilità a Tracy
ma appoggiandosi anche sui co-protagonisti e cercando così di espandere il
filone in maniera classica e mai scontata.
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