Titolo: Sweeney Todd
Regia: Tim Burton
Anno: 2007
Paese: Usa
Giudizio: 3/5
Ingiustamente arrestato ed esiliato ai
lavori forzati dal giudice Turpin, interessato a sua moglie Lucy, il
barbiere Benjamin Barker torna dopo 15 anni con il nome di Sweeney
Todd e, scoperto che sua moglie si è avvelenata in seguito ad una
violenza di Turpin, trama vendetta.
Sembra strizzare l'occhio al conte di
Montecristo di Dumas il musical gotico e drammatico di Burton.
Un'opera molto ambiziosa, un revenge movie dove ancora una volta il
protagonista come gli anti-eroi burtoniani, non sono altro che
personaggi fragili, spesso inadeguati, che non riescono mai a
comunicare il loro stato d'animo se non attraverso dei gesti che
spesso non vengono capiti.
Un film che si muove su poche location
ma quelle che mostra del sempre presente Dante Ferretti sono
vittoriane e oscure come se nascondessero orrori indicibili dietro
ogni angolo della strada riuscendo al contempo a farlo diventare un
thriller, un giallo, un horror passando per alcuni squarci del From
Hell di Moore fino a citare senza velature Allan Poe e rendendo
soprattutto la difficile gestione del musical in un palcoscenico
macabro e funzionale, inquietante e profonda.
Sweeney Todd è pur sempre una fiaba
gotica come ormai l'autore ci ha formati nel corso della sua
importante filmografia, dove la vendetta finale si sposa con il lieto
fine che tutti si aspettano.
Il film in assoluto con più sangue tra
le sue opere, creando un'icona dell'insensatezza come protagonista,
dove ancora una volta il discorso sulla pazzia e il concetto di
normalità nella società lascia ampie riflessioni. E poi il
protagonista Benjamin rappresenta il ritratto di un'anima
disincantata che nasce dal buio, che torna all'oscurità, celando un
incolmabile dolore espresso soltanto dai suoi straordinari occhi
felini in cui è possibile scorgere, di tanto in tanto, un esile
barlume riflesso dai suoi rasoi d'argento.
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