venerdì 15 novembre 2019

Stranger Things-Terza stagione


Titolo: Stranger Things-Terza stagione
Regia: Duff brothers
Anno: 2019
Paese: Usa
Stagione: 3
Episodi: 8
Giudizio: 4/5

È il 1985 a Hawkins, Indiana, e il caldo estivo si fa sentire. La scuola è finita e c’è un nuovissimo centro commerciale in città. I ragazzi di Hawkins stanno crescendo e le dinamiche amorose incrinano i rapporti del gruppo, che deve imparare a crescere senza allontanarsi. Nel frattempo il pericolo si avvicina. Quando la città viene minacciata da nemici nuovi e vecchi, Undici e i suoi amici si ricordano che la minaccia è sempre dietro l’angolo e sta crescendo. Ora si dovranno unire e cercare di sopravvivere, ricordandosi che l’amicizia è più forte della paura.

E fu così che ci scappò anche la lacrimuccia. Forse era pure uno degli intenti di questa roboante terza stagione, un fulmine a ciel sereno, un arcobaleno di atmosfere e colori, un passo in avanti rispetto a tutto quello che finora era stato fatto e partorito già comunque con ottimi risultati e intenti.
In otto episodi è così tanta la carne al fuoco, gli eventi, l'azione concitata, i personaggi ancora più complessi e portatori di misteri e forse la stagione che meglio di tutte nella storia del cinema ha saputo riaffondare le sue radici sul concetto di amicizia e riassumere alcuni stereotipi e archetipi rendendoli squisitamente appetibili e deliziosi per tutti i target d'età mettendo d'accordo genitori e figli, coppie, adolescenti, amanti del cinema di genere, nostalgici e tanto altro ancora. Quanto sono importanti i legami, quanto la famiglia, il senso di sacrificio che raggiunge fasti immensi come l'ultimo episodio dimostra. La saga che dalla prima stagione mi aveva lasciato quei dubbi e quelle perplessità sul fatto che fosse così esageratamente nostalgica e fondata unicamente sul gioco cinefilo dei rimandi all’immaginario nerd e cinematografico degli anni Ottanta, lasciandomi interdetto su come potessero andare avanti misurandosi su terreni già intrapresi, luoghi comuni e immaginari già masticati mi ha colpito portandomi a riesaminare tutto l'esperimento della coppia di registi. Eppure se forse gridare al miracolo potrebbe sembrare esagerato, sospendendo l'incredulità lasciando scorrere numerose riflessioni, scene d'azione e non-sense a bizzeffe, l'atmosfera di quest'ultima stagione dimostra di regnare sovrana, creando ancora di più misteri, suggestioni, unioni, rivalità, scontri, misurandosi con personaggi a cui è impossibile non affezionarsi e che crescono in tutto e per tutto con una caratterizzazione sempre più impressionante e umanamente viva, reale e toccante. ST3 è universale per usare un termine che sappia dare senso e provare a toccare tutti i punti, in un mondo ludico dove si passa con incredibile facilità da un estremo all'altro, da una risata ad uno squartamento, da una location all'altra, misurandosi con universi paralleli, creature orrorifiche, possessioni, personaggi indimenticabili, sacrifici e tenendo i sentimenti e le emozioni sempre come capisaldi sapendo toccare importanti fasti per quanto concerne l'empatia e la potenza narrativa.
ST3 è forte quanto sincero, introduce russi simpatici quanto portatori anch'essi di segreti nel sottosuolo, di esperimenti cosmici e diventando altalenanti con la galleria di creature e mostri che non mancano di saper esprimere anche quella parte creepy e nascosta, quell'horror viscerale che tutti i fan giustamente esigono.
Sembra strano ma è una di quelle saghe che potrebbe non finire mai, continuando all'infinito, allargando quella fase di giochi che non vorremmo mai abbattere, quel muro che ci ricorda l'infanzia e con cui questa saga ci ricongiunge, quell'essere al passo coi tempi esprimendosi nel passato, senza dimenticare la crew di attori emergenti funzionalissimi, dove però i più grandi emergono con ancora più spessore, Hopper su tutti, sapendo "uscire di scena" in maniera più che memorabile.



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