giovedì 24 ottobre 2019

Dunkirk

Titolo: Dunkirk
Regia: Christopher Nolan
Anno: 2017
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Maggio, 1940. Sulla spiaggia di Dunkirk 400.000 soldati inglesi si ritrovano accerchiati dall'esercito tedesco. Colpiti da terra, da cielo e da mare, i britannici organizzano una rocambolesca operazione di ripiegamento. Il piano di evacuazione coinvolge anche le imbarcazioni civili, requisite per rimpatriare il contingente e continuare la guerra contro il Terzo Reich. L'impegno profuso dalle navi militari e dalle little ship assicura una "vittoria dentro la disfatta". Vittoria capitale per l'avvenire e la promessa della futura liberazione del continente.

Quando hai tra le mani un progetto così ambizioso anche alcuni non attori possono funzionare. Una pagina di storia inglese, come è stata l'operazione Dynamo, un salvataggio che ebbe del miracoloso, conseguito durante l'ora più cupa della seconda guerra mondiale.
Nolan come tanti autori non si è tirato indietro nemmeno di fronte al war-movie facendo ancora una volta un lavoro che per certi aspetti sembra più una prova di stile, un bisogno di dire che quando si hanno i soldi si può fare qualsiasi cosa.
Thriller, azione, comics, sci-fi e adesso il dramma della guerra. Ma poi dal momento che parliamo di un artista avvezzo a misurarsi e cimentarsi con prove sempre più difficili, il film non poteva certo farsi mancare una produzione così sfarzosa dove tutto è stato riportato in vita senza l'ausilio di c.g se non in minima parte. Questa non è un'idea originale ma la possibilità di un regista importante di avere un budget imponente.
Un film che da subito si sofferma sull'esigenza di portare ai massimi livelli il reparto tecnico, la forma, il cast, l'immagine e infine il suono, troppo suono.
Grazie anche all'onnipresente Hans Zimmer come sempre in grado di tratteggiare gli orrori e i sentimenti dei soldati, Dunkirk ancora una volta insegue le sue vittime predestinate in uno spazio di terra senza fuga. Il problema è che il film senza tutti i suppelletti di cui è composto ha un enorme problema rispetto ai war-movie di Malick o Spielberg, ovvero che non riesce mai ad emozionare per una storia che per certi versi in alcuni momenti appare pure piuttosto confusa.
Un'altra spiaggia dove tutte le coordinate e le geometrie sono sinonimo di provvisorietà, di stallo, di possibile minaccia. Via aerea con le incursioni degli aerei pronti a colpire il nemico alle spalle, via mare con tutto ciò che può dare e togliere o riportare a galla e infine via terra con lo strazio vissuto proprio da quei soldati che in momenti diversi visti dei cambiamenti del piano temporale (che come la percezione del tempo è la vera ossessione di Nolan), vivono sulla loro pelle una carneficina e una lotta impari. Pur trovando un sacco di elementi deliziosi, che nel film non mancano, alla fine il problema grosso di Dunkerque è che annoia.


Nessun commento:

Posta un commento