Titolo: Coffee and Cigarettes
Regia: Jim Jarmush
Anno: 2003
Paese: Usa
Giudizio: 3/5
Undici brevi incontri si consumano
intorno al tavolino di un bar, tra chiacchiere surreali, silenzi
imbarazzati e schermaglie condite da una dose extra di nicotina e
caffeina.
Jarmush è da sempre uno di quei
registi della New Hollywood in grado spesso di spiazzare con film
molto diversificati per generi, codici e narrazione.
Il film in questione è un
divertissement fatto di piccoli schetch, non tutti riusciti e alcuni
anche abbastanza noiosi, un film che sembra quasi e molto
improvvisato, dove non sempre il filone narrativo o meglio i dialoghi
acquistano un senso ben preciso, rimandando spesso a incontri fugaci
e apparizioni perlopiù divertenti dal momento che il film avendo un
impianto corale mostra un cast di tutto rispetto.
Ancora una volta è l'autore che
disegna la sua parabola ironica underground componendo la sua
discontinua sinfonia, vagamente esistenzialista, dove tutti i
personaggi ricreano o rivivono esperienze passate, fasti perduti, una
celebrazione nostalgica della gioia di vivere e della vita stessa nel
momento in cui se ne và (si passa da strane apparecchiature per i
White Stripes, le innovazioni introdotte da Nikola Tesla, fino alla
preparazione di un té all'inglese o l'appuntamento di un dentista).
Coffee and Cigarettes riunisce alcuni corti girati dal regista in
diversi anni (il più vecchio, protagonista Roberto Benigni, risale
al 1986, l'epoca di DOWN BY LAW) scorrendo via leggero e piacevole,
risultando a tratti divertente e ironico, a tratti estremamente
sconclusionato, tutto tecnicamente fotografato in b/n con ambienti
essenziali e camera fissa.
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