Titolo: Captive state
Regia: Rupert Wyatt
Anno: 2019
Paese: Usa
Giudizio: 4/5
Una famiglia cerca di fuggire dalla
Chicago occupata dagli alieni ma non ha fortuna e sopravvivono solo i
due giovani fratelli Rafe e Gabriel. Nove anni dopo, nel 2025, Rafe è
scomparso, dato per morto si è in realtà unito alla resistenza,
mentre Gabriel lavora a chip di cellulari da cui vengono estratti
dati per gli archivi degli occupanti alieni. Trova il modo di farci
su anche qualche soldo sul mercato nero e insieme a un amico prepara
una barca per la fuga dalla città, ma i suoi piani sono stravolti
dal ritorno di Rafe e dalle azioni terroristiche della resistenza.
Sulle quali indaga anche il detective William Mulligan, che vuole
proteggere il quartiere di Pilsen dalla rappresaglia aliena.
I film sugli alieni devono essere
cattivi o lasciare delle forti domande come a dire "vi siete
fatti vivi, ma non abbiamo saputo comprendere il vostro messaggio"
giusto per citare Arrival
Lo diceva la sci fi degli anni '60 e
'70, la nuova Hollywood, MARS ATTACK, la letteratura e poi ci sono i
film che hanno cercato di fare l'opposto come E.T che non smetterò
mai di odiare.
In questo caso Wyatt affina la sua
esperienza su un film distopico, post apocalittico, tra i migliori
degli ultimi anni contando che il genere rimane tutt'ora molto
prolifico anche se lo stesso dimostra un altalenarsi nei risultati
che dimostrano ancora una volta come non basti il budget.
Gli alieni si vedono poco ma sono
onnipresenti con i loro droni, attuano una vera e propria democratura
totalitarista, colonizzando e sfruttando le risorse del nostro
pianeta.
Come sempre ci sarà una sorta di
eletto e una resistenza che si muove per cercare di stanare
l'invasione aliena, ma più strutturata e articolata di come negli
ultimi film si è vista, dove in risalto venivano messe le esplosioni
e gli alieni mentre in questo caso, anche per evidenti motivi di
budget, si vede poco e quello che si vede è stato fatto proprio bene
più raccolto in un'invasione claustrofobica tra edifici distrutti e
una scenografia tra le cose più belle del film (i monumenti alieni
gettati come piloni in mare sostituiscono la statua della libertà.
E'uno scenario inquietante ma nemmeno
così lontano dalla realtà se metaforicamente sostituiamo gli alieni
con una forma di governo dove l’antagonista non è tanto l’alieno
invasore del tuo pianeta, bensì l’alieno invasore del tuo corpo
fatta di microchip intessuti nel corpo.
Creare un villaggio di lobotomizzati,
avere dei gregari perfetti da usare come cavie, uccidere quando lo si
deve fare senza la minima esitazione. Forse tra gli ultimi usciti
insieme alla prima politica di Blomkamp e il cult maledetto di
Proyas, è quello più anarchico di tutti.
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