Titolo: Edhel
Regia: Marco Renda
Anno: 2017
Paese: Italia
Giudizio: 3/5
Edhel è una bambina nata con una
malformazione del padiglione auricolare che fa apparire le sue
orecchie "a punta". Affronta il disagio chiudendosi in se
stessa e cercando di evitare qualunque rapporto umano che non sia
strettamente necessario. La scuola e i compagni, per lei, sono un
incubo. L'incontro con Silvano, il bizzarro bidello che inizia Edhel
al mondo del fantasy, convince la ragazza della possibilità che
quelle orecchie siano il chiaro segno della sua appartenenza alla
nobile stirpe degli Elfi.
Al suo esordio Marco Renda centra
l'obbiettivo costruendo una favola post contemporanea attuale e piena
di significati e sotto testi.
Un film coraggioso che con il suo
limitatissimo budget cerca di fare luce sul tema della diversità,
sul cambiamento interiore, sulle paure e le ansie che dominano una
bambina in una difficile situazione familiare (un lutto paterno) e
infine dare voce e usare in modo significativo e mai esagerato alcuni
elementi fantasy, dove quest'ultimo diventa conseguenza e mezzo per
apporre nuovi stilemi che riescano a risultare realistici e
funzionali.
Con una sapiente scelta di cast di nomi
poco conosciuti ma già avvezzi al grande schermo, Renda non vacilla
mai, intraprendendo questa dura sfida su un genere da noi scomodo e
ostico.
Il risultato è un film che parla come
dicevo di tante cose senza mai snaturarle come il disagio provato da
chi è vittima di una malformazione, la crudeltà e la cattiveria dei
bambini che a volte sembra coincidere con quella degli adulti,
infine l'uso sapiente dei danni arrecati dai cellulari in un epoca
dove fotografare chiunque e farsi selfie sembrano diventati ormai
un'abitudine.
Renda pur fagocitato da una piccola
trappola in cui avrebbe potuto fare ricorso spesso alla lacrimuccia
facile, sceglie il percorso meno scontato dimostrando coraggio e
un'amore sconfinato per il cinema e per le favole.
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