Titolo: Cruel
Regia: Eric Cherrière
Anno: 2014
Paese: Francia
Giudizio: 4/5
Pierre Tardieu è un lavoratore part
time che vive in una vecchia casa insieme al padre malato. Nessuno
sembra accorgersi della sua esistenza ma Pierre è in realtà un
serial killer, le cui vittime sono persone comuni dalla vita
ordinaria: uomini e donne che vivono, lavorano e soffrono fianco a
fianco nella grande città.
Cherriere al suo esordio punta su un
film con una trama piuttosto abusata e i soliti dettami del genere
(la routine di un serial killer) inserendo però all'interno delle
dinamiche e dei rapporti con le vittime piuttosto insoliti e
particolari dove Pierre anzichè accanirsi sulle vittime preferisce
mantenere un profilo più elegante chiacchierando e offrendo loro la
cena.
Partendo dal fatto che la messa in
scena è pulita, precisa in ogni dettaglio riuscendo a dare
importanti segnali anche solo illuminando un anfratto di una cantina
grazie ad una sontuosa fotografia che trova alcuni momenti sublimi e
di inusitata violenza come la strage nella villa a danno di un gruppo
di borghesi e in particolare del giovane festeggiato e la sua
passione per il bondage.
Innegabile e colta la citazione non
solo al celebre dialogo tratto da "The Wild Bunch" di Sam
Peckinpah, ma anche in altri squisiti momenti dove Pierre sembra
tormentato dai dubbi e dalle angosce come un serial killer
malinconico perseguitato dagli immancabili traumi infantili.
L'aspetto decisamente più interessante
al di là dell'ottima caratterizzazione del personaggio di Pierre,
interpretato da Jean-Jacques Lelté, è quello di interrogarsi
continuamente e dare una caratterizzazione molto intimista e dal
tipico folle che riesce però a gestire la sua pazzia con precisione
senza mai lasciare una prova dietro di sè fino all'epilogo finale,
colto ed emozionante.
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