Titolo: Corvo
Regia: Alex Proyas
Anno: 1994
Paese: Usa
Giudizio: 3/5
Alla vigilia di Halloween, il musicista
dark Eric Draven è brutalmente assassinato con la sua fidanzata da
una banda di drogati. Esattamente un anno dopo Eric risorge, pallido,
nero vestito e accompagnato da un misterioso corvo. Immortale, dà la
caccia agli assassini e al loro capo, Dollar, ma questi, grazie
all'amante, esperta di occultismo, lo mette in difficoltà.
Ci sono dei film che rimarranno
maledetti per sempre..
Il corvo diretto dal mestierante Alex
Proyas è certamente uno di questi. Brandon Lee ucciso sul set fu una
tragedia che non venne dimenticata facilmente, come d'altronde era il
destino ineluttabile e drammatico dei membri della famiglia Lee.
Un revenge movie dove il nostro eroe
decide di andare contro gli assassini della sua fidanzata facendo
pulizia e agendo come una sorta di eroe solitario e tenebroso.
Il fascino dell'attore, i dialoghi
tagliati con l'accetta ("non può piovere per sempre"), la
scenografia scura che anticipava le belle atmosfere di DARK CITY,
attori tutti in parte e alcuni combattimenti resi epici proprio dalla
disperazione che portava Eric a seguire la sua sete di vendetta,
hanno fatto sì che l'opera venne accolta dai fan del genere come una
piccola pietra miliare.
Quando uscì al cinema avevo 12 anni e
fu un evento che segnò diversi adolescenti della mia generazione.
Un film americano come in quegli anni
ne uscivano a bizzeffe, dotato dalla sua di un concentrato di rabbia,
tristezza e malinconia che sembrava il manifesto del disagio dei
giovani adolescenti di allora (impossibile non empatizzare con Eric).
Il corvo aveva tutti quei diktat della filosofia dark e politica di
un autore molto sfortunato che dopo aver diretto un paio di buoni
film, tra cui questo, è diventato un mestierante al soldo delle
major dirigendo per lo più immondizia.
Il trucco nero di Eric e il costume, i
suoi pianti , le sue lacrime, la pioggia insistente, la tortura e il
sangue, lo stupro collettivo, di certo Proyas ha cercato di mantenere
il più possibile le atmosfere del fumetto in tre puntate ideato e
realizzato da James O'Barr. Grazie poi ad una sound track da urlo, il
film anche nelle sue ripetizioni e in un finale telefonato, è
diventato un cult incredibile soprattutto per la morte tragica del
suo eroe.
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