Titolo: Dragged across concrete
Regia: S. Craig Zahler
Anno: 2018
Paese: Usa
Giudizio: 4/5
Brett Ridegman e Anthony Lurasetti sono
due poliziotti sospesi dal servizio dopo che un video li ha
immortalati e diffusi in rete mentre si accanivano con troppa
brutalità su un arrestato. Le loro vite in frantumi, avare di soldi
e piene di difficoltà, oltre che private del lavoro di una vita, li
spingono a volersi fare giustizia da soli, nel tentativo di
accaparrarsi un’illecita somma di denaro nella maniera più brutale
e fuori legge possibile.
Al suo terzo film, S.Craig Zahler
dimostra decisamente di essere uno dei registi più interessanti
sulla piazza. Finora la sua filmografia si è rivelata unica nel suo
scopo ovvero quello di darmi ripetuti cazzotti allo stomaco e ci sono
delle scene di Brawl
in cell block 99 che
ancora sono lì pronte a tormentarmi.
Forse è il poliziesco più lungo della
storia del cinema, almeno di quello che mi venga in mente facendo un
sunto degli ultimi vent'anni. Un poliziesco ovviamente desaturato di
quasi tutti i colori, le musiche (poche e incisive e composte dallo
stesso regista), lasciando la sostanza e mettendo meno mano possibile
alla forma.
Un film che nel suo silenzio è capace
di trasmettere così tante cose che stento ancora a crederci come
sempre anche qui ruotando intorno a uomini duri guidati da codici
morali rigorosi (sceriffi, criminali, poliziotti) ma che per un verso
o per un altro finiscono sempre per prendere la decisione peggiore
possibile e da lì in avanti sarà solo e soltanto un lungo viaggio
all'inferno.
Il cinema di Zahler è lento e
doloroso, una trappola che mano a mano prosegue abbattendo ogni sfera
morale, ogni valore, diventando un gioco perverso dove gli sconti non
esistono e si paga sempre con la vita facendo in modo che la
tragicità degli eventi sia sempre più asfissiante e ingestibile.
Ancora una volta la violenza grafica
anche se in poche scene è inaudita, l'autore arriva dritto al punto,
senza giri di parole ma lasciando alla fine con un senso di
disorientamento che ancora fatico a credere.
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