Titolo: Donnybrook
Regia: Tim Sutton
Anno: 2018
Paese: Usa
Giudizio: 4/5
L'ex marine Jarhead è un padre
disperato, disposto a tutto per sfamare i suoi figli. Combattente
formidabile, vede un'occasione unica per migliorare la sua vita nel
Donnybrook, un torneo di pugilato che mette in palio un cospicuo
premio in denaro. Angus, leggendario pugile dei combattimenti
clandestini, ha invece appeso i guanti al chiodo da tempo,
dedicandosi con la sorella Liz alla produzione di metanfetamina. Per
entrambi, il Donnybrook rappresenterà il luogo della loro perdizione
o della loro redenzione.
Donnybrook è un film che picchia duro.
Per tutto il film il dramma diventa ancora più evidente della
mattanza finale dove vediamo una rissa che da tempo il cinema si era
presa una pausa dal voler mostrare con tanto impegno.
Un allevamento intensivo di disperati
pronti a uccidersi a mani nude in una gabbia che probabilmente veniva
usata per i combattimenti clandestini tra cani.
Qui ci troviamo nell'America più buia,
quella fatta di camper e baracche, dove si muore per la droga o per
lo spaccio ma la vita non sembra offrire altro.
Il film inizia imperniato nello
squallore, in un'atmosfera che sa già di morte e si respira deserto
e brutalità per tutto lo scorrimento del film.
Tim Sutton ama la tragedia e il film ne
è un compendio interessante contando che il suo film precedente Dark
Night
pur essendo un film importante
sull'uso e le conseguenze delle armi in America non mi aveva
entusiasmato.
Qui per la droga e gli interessi si
arriva a fare di tutto, uccidendo membri della propria famiglia,
facendo prostituire la propria ragazza e allo stesso tempo
annichilendola sputandole in faccia e dicendole quanto faccia schifo.
Ecco è proprio lo schifo della vita in
cui Sutton ci fionda senza salvare nulla nemmeno i più piccoli.
Tutti fanno una brutta fine, soprattutto chi non è in grado con le
mani di difendersi, sposando per certi versi la politica nichilista
di Zahler dove anche salvandosi dopo aver spaccato una mascella a
mani nude per vendicare il proprio figlio, ci si rende conto che aver
perso tutto il resto comporta un'ulteriore stato di morte e paralisi.
Il film è tutto sulle spalle di due
attori che ultimamente stanno tornando in auge. Il protagonista Jamie
Bell (un padre così disperato non si vedeva da tempo) e Frank Grillo
mai così cattivo.
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