Titolo: Braid
Regia: Mitzi Peirone
Anno: 2018
Paese: Usa
Giudizio: 2/5
Petula e Tilda sono due artiste che,
trasferite a New York per inseguire i loro sogni, sono finite
coinvolte nello spaccio e nella prostituzione. Una sera, perdono 80
mila dollari di stupefacenti e hanno solo 48 ore di tempo per
ripagare il debito. Pianificano allora di mettere a segno una rapina
ai danni di Daphne, una loro ricca amica d'infanzia agorafobica e
schizofrenica che vive nel mondo fantastico che le tre hanno creato
da bambine. Per rubarle i soldi, dovranno prendere parte al micidiale
universo dell'amica, fatto di allucinazioni, giochi di ruolo, torture
e omicidi.
Gli horror psicologici non vanno molto
di moda, il perchè spesso è riconducibile alla trama, al modo di
non essere chiari fino alla fine e non avere uno script adeguato.
Braid incappa purtroppo in questo errore mostrandosi fin da subito
voglioso di mostrare location e un manipolo di attrici che sembrano
crederci fino in fondo. Un primo atto spavaldo, forse la parte
migliore, in cui prima di rinchiuderci nella mansione abbiamo scorci
delle vite delle due protagoniste tra fughe da appartamenti pieni di
droga e viaggi in treno senza biglietto prostituendosi con il
controllore (in realtà si fa solo leccare i piedi). Partendo dal
principio vi dico che è più chiara la trama di tutto lo svolgimento
del film.
I roccamboleschi switch finali per
cercare di far tornare tutto in una parvenza di normalità, servono
in realtà a rendere ancora più macchinoso tutto il palcoscenico.
Nel terzo atto poi avviene ciò che non ti aspetti. Forse intuendo
che diversi elementi non funzionano o non tornano, si punta tutto su
un colpo di scena che rovina quel poco che poteva funzionare. Vi
lascio con le parole di Peirone che credo non si renda forse bene
conto del risultato finale della sua opera.
"Braid" rappresenta tutto
ciò che temo. "Braid" è l'orribile abisso che si snoda
tra realtà e sogni, tra chi siamo e chi vogliamo essere. L'oscura
essenza ancestrale di noi stessi, di ciò che ci circonda, della
nostra mente, delle nostre azioni e dei nostri desideri. Cosa succede
quando la fantasia e la realtà diventano una cosa sola. Cosa succede
quando ci rendiamo conto che tutto ciò che ci circonda è
esattamente ciò che abbiamo immaginato. La realtà come estensione
dei nostri pensieri, in un mondo in cui si inventa la maggior parte
di tutto: società, nomi, lavoro, filosofie, religioni, confini
geografici, tradizioni, tempo. Siamo adulti che giocano a fare finta.
Siamo le ombre dei nostri stessi sogni. "Braid" è il
viaggio metaforico da incubo di tre eroine che si avventurano nel
mondo sotterraneo delle loro stesse paure, dubbi e ambizioni
insoddisfatte. Questo paese delle meraviglie infernale le tiene
intrappolate, proprio come lasciamo che i nostri fantasmi psicologici
ci tengano prigionieri del mondo inventato che abbiamo creato
strategicamente per noi stessi. Per stare al sicuro nelle nostre
piccole macchinazioni. Per impedirci di immergerci nell'ignoto
sconfinato, dove tutto dipende da noi. "Braid" è stato
concepito per aiutare le persone a vivere meglio, cambiando la loro
prospettiva sui propri sogni e il potere dell'immaginazione.
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