Titolo: House
Regia: Nobuhiko Obayashi
Anno: 1977
Paese: Giappone
Giudizio: 4/5
Dopo aver scoperto che il padre vedovo
ha deciso di sposarsi nuovamente, una giovane studentessa decide di
passare le vacanze estive nella spettrale casa in mezzo al bosco
della zia insieme alle sue compagne di scuola. La ragazza ignora però
la vera natura della zia, una strega che si nutre di giovani vergini
allo scopo di diventare immortale…
House aka Hausu è uno dei più
importanti film sulla casa stregata, ovvero uno dei topos narrativi
fondanti per la letteratura dell’orrore, oltre che essere un cult a
tutti gli effetti.
Per chi come me ama alla follia Miike,
Sono e Tsukamoto, soprattutto i primi due da questa nuova onda di
giovani e sorprendenti registi hanno preso molto soprattutto per lo
stile e le innovazioni visive.
Nella lunga conoscenza di registi folli
nipponici Obayashi era un nome che mi mancava, sapevo dell'esistenza
di questo progetto folle e che dicono e io confermo sia il
corrispettivo della CASA di Raimi con la differenza che se quello si
prendeva sul serio in America, questo ribalta tutto in chiave trash,
weird e grottesca nella terra del Sol levante.
House va visto mettendo da parte ogni
tipo di presunzione, serietà narrativa, logica e tutto il resto.
E'un film folle, pieno di invenzioni, in grado di spingere il trash
oltre le soglie del ridicolo fino a sfiorare e oltrepassare i limiti
del sublime. Dall'inizio alla fine dal momento che la trama è solo
un pretesto, Obayashi ha l'unico compito di bombardare lo schermo con
detonazioni ultra-pop surreali e un caleidoscopio di intuizioni
visive davvero fuori dalla media.
Qui siamo di fronte ad un film che non
nasconde nulla della sua ironia a volte forzata, la intreccia con gli
intenti famelici della zia e infine devasta tutto con un colpo di
scena finale che ribalta completamente la struttura e la circolarità
del film.
Esagerato e spassoso, un film che
riesce ad intrattenere, crea una buona atmosfera e infine ha una
sound track con quelle note di piano, capace come una nenia, di
incantarti dopo pochi minuti.
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