Titolo: Aquaman
Regia: James Wan
Anno: 2018
Paese: Usa
Giudizio: 3/5
Arthur è figlio di Tom, guardiano di
un faro, e Atlanna, nientemeno che regina di Atlantide. L'unione dei
due è però clandestina, tanto che per salvare il figlio Atlanna
accetterà di farsi giudicare nella città subacquea, che la
giustizierà consegnandola al più feroce dei popoli sottomarini.
Arthur cresce imparando in segreto da Vulko, consigliere del re e di
suo figlio Orm, i segreti di Atlantide, ma da adulto preferisce stare
lontano dalla città sommersa e si limita a compiere gesta eroiche in
mare, come salvare un sottomarino da un team di pirati. Qui finisce
per lasciare morire uno di loro e il figlio giura vendetta, tanto da
allearsi con il fratellastro di Arthur, Orm. Nel mentre la figlia di
Re Nereus, Mera, cerca di convincere Arthur ad abbracciare il suo
retaggio di regale atlantideo per scongiurare una guerra, ma per
riuscire in questo piano sarà necessario ritrovare il perduto
tridente di Atlan.
Ormai la maggior parte dei film sui
supereroi assomiglia sempre di più ad un parco divertimenti.
Una giostra che ti piace, se la cerchi
bene, puoi quasi sempre trovarla.
Dopo gli scempi di Snyder, almeno una
mossa furba quelli della Dc l'hanno fatta, cambiando capitano e
mischiando le regole.
Wan è uno da sempre avvezzo a regalare
fumo in grosse quantità, diventando quel mestierante funzionale per
le grosse produzioni.
Aquaman non è un bel film, è un
videogioco new-age, con tanti fronzoli ed effetti kitsch come non mai
(la scena di Pinocchio in Sicilia è indimenticabile in quanto in una
battuta riassume tutto il film dove Momoa dice di non aver letto il
libro ma di aver visto il film) ed è tutto una rincorsa dall'inizio
alla fine passando per tanti mondi diversi, alcuni visivamente
interessanti, altri meno.
Il merito forse è solo questo. Un film
che intrattiene, quello doveva fare, risultando assai stupido e
tamarro ma finendo per diventare uno dei film più visti in tutto
l'anno e facendo diventare la star l'uomo più bello del mondo in una
delle tante classifiche cretine.
Momoa è un fisic du role che riesce a
tenere testa e a far ridere e mettere a tacere donne e bambini.
Con un cast costosissimo, il film è un
concentrato di creature, personaggi, allegorie, metafore, doppi
sensi, con una battaglia finale che cerca di essere più epica
possibile aiutata da una creatura finale che ruba la scena al Kraken
del film sui titani.
Alla fine si esce basiti, piacevolmente
sorpresi che non sia stata una schifezza e con il pensiero che forse
questa moda della durata infinita ormai sta sfuggendo di mano, come a
voler dire che da quando sono arrivate le serie tv il target è
cambiato, 20 o 40 minuti per un episodio e 143' in media per i film.
Nessun commento:
Posta un commento