mercoledì 5 dicembre 2018

Sonno profondo


Titolo: Sonno profondo
Regia: Luciano Onetti
Anno: 2013
Paese: Argentina
Giudizio: 3/5

Negli anni Settanta, dopo aver ucciso una giovane donna, un assassino traumatizzato dai ricordi della propria infanzia riceve una misteriosa busta sotto la porta. Improvvisamente, da cacciatore diventa preda quando scopre che la busta contiene immagini dell'omicidio da lui commesso.

Onetti è un nome che forse verrà ricordato più che altro per l'enorme potenziale come autore a tutto tondo. Scrive, dirige, interpreta, monta, fotografa, produce, crea addirittura le musiche.
Girato in Argentina ma ambientato in Italia, il giallo thriller in questione è un omaggio a due punti di riferimento dell'horror e del thriller moderno e datato, uno manco a doverlo ribadire è Argento mentre l'altra coppia invece, a parer mio, anche se in minor parte è quella composta da Cattet e Forzani, due outsider che negli ultimi anni hanno girato dei film bellissimi e assurdi.
Supportato dal fratello e dall'assistente, che recita al fianco del regista, Onetti gira un prodotto particolare con una lunghezza che supera di poco lo standard del lungometraggio e fin dalla prima sequenza e infarcita di un'atmosfera che sembra proprio realizzato nel pieno degli anni '70 con tutti quei toni sbiaditi, filtri di colore e gelatine sparate e un uso predominante della soggettiva.
Come per alcuni film di Argento non vediamo quasi mai il killer e in questo caso nemmeno le vittime con un azzeramento dei dialoghi dove è proprio la musica a scandire i tempi.
Potrebbe sembrare il tipico esercizio di stile di un autore che sa gestre i mezzi con un certo compiacimento e una consapevolezza abbastanza rara da vedere anche se credo che non sia così.
In più non manca una certa ricerca di una psicologia criminale alla base del protagonista.
Come spesso viene abusato anche in altri film, il killer sembra vittima di un morboso imprinting famigliare identificato a turbe sessuali che sembrano intrappolarlo in una delirante follia che cerca di mettere a tacere proprio scatenando la sua follia omicida.



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