Titolo: Manuel
Regia: Dario Albertini
Anno: 2017
Paese: Italia
Giudizio: 3/5
Manuel, al compimento dei diciotto anni
esce dall'istituto per minori privi di un sostegno familiare e deve
reinserirsi in un mondo da cui è stato a lungo lontano. Sua madre,
che è in carcere, può sperare di ottenere gli arresti domiciliari
solo se lui accetta di prenderla in carico. Si tratta di una
responsabilità non di poco conto.
Roma. Un altro film di formazione, di
redenzione che pulsa attraverso il suo impegno nel sociale.
Casa famiglia, madre in carcere,
maggiorenne affascinato dalle sostanze, adolescente dal cuore puro,
assistenti sociali che sembrano tagliati con l'accetta, legali
compassionevoli e poveracci costretti a vivere tra i rifiuti.
In meno di '90 viene narrato tutto
questo, visto sempre attraverso gli occhi del suo protagonista e
cercando di lavorare su cosa spinge un giovane a scegliere la strada
della legalità quando tutto sembra voler prendere un'altra strada.
In più Manuel è solo e tutti i suoi
demoni dovranno trovare pace grazie alle sue abilità e la scelta di
perseguire un obbiettivo per realizzare se stesso e liberare sua
madre.
"Spesso quando si hanno storie
difficili si cresce prima" come Manuel confida all'assistente
sociale.
Il merito maggiore del terzo film di
Albertini è quello di non esibire ancora una volta una vittima della
società che lo spettatore deve compatire dall'inizio alla fine.
L'immagine finale scandisce bene questo
concetto.
Manuel è uno dei tanti che vivono una
situazione al limite che sta diventando sempre più spesso una prassi
comune per chi vive in determinati contesti o ha la sfortuna di dover
pagare a caro prezzo gli errori dei genitori.
Lo spettatore può commuoversi solo
assieme a Manuel in quel momento in cui sembra soffocare dopo aver
vinto una lotta che lo ha messo di fronte ai suoi fantasmi.
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