Titolo: How it ends
Regia: David M.Rosenthal
Anno: 2018
Paese: Usa
Giudizio: 2/5
Dopo una pessima serata segnata da
accese discussioni a casa dei genitori della sua fidanzata Sam a
Chicago, Will si sveglia nella sua stanza d'albergo pronto a prendere
il prossimo volo per Seattle sollevato di poter tornare a casa e
raggiungere la sua bella in dolce attesa, ma qualcosa di strano
inizia ad accadere: comunicazioni interrotte e voli cancellati in
tutto il paese causano l'allarme generale costringendo lui e il padre
dell'amata ad intraprendere un pericoloso viaggio attraverso
l'America e l'apocalisse.
Rosenthal aveva diretto qul thriller
carino che credo abbiamo visto forse io e il regista.
A
Single Shot aveva una
bella atmosfera e Sam Rockwell in ottima forma.Ecco a proposito dell'atmosfera in
questo dramma post-apocalittico o come viene anche definito
disaster-survival movie, il regista sembra riprendere
quell'ispirazione ma purtroppo è un attimo quando invece deraglia su
percorsi già presi e verso lidi e spiaggie affollate già viste e
che danno solo quella sensazione di non avere originalità con il
risultato di buttare tutto alla rinfusa con una continua galleria di
situazioni abbozzate e scenari già visti e sentiti.
In questa storia in un viaggio on the
road con il suocero che proprio sembra non farcela a sopportare il
compagno della figlia, non sembrano esserci segnali per qualcosa che
riesca davvero a mantenere ritmo e attenzione e forse il fatto che la
sceneggiatura sia passata di mano in mano per ben otto anni potrebbe
essere una risposta.
Perchè la posta in palio è lei, la
moglie, la figlia, colei che in un messaggio video al cellulare ha
fatto capire che cercherà di fare in modo di mandare avanti la
gravidanza.
State of emergency dove mano a mano che
procediamo dobbiamo cercare di mettere da parte i buoni sentimenti e
pensare solo ad andare avanti essendo più egoisti che mai perchè
solo in questo modo si può sopravvivere.
E'sempre così. La regressione sembra
essere l'unica condizione che spinge uomini e donne ad azioni crudeli
e folli in questo caso mettendo a dura prova la psiche in fondo
salvifica di Will a differenza di Tom, interpretato da un sempre
bravo Forest Whitaker, che non regala niente a nessuno per via del
suo passato militare e la sua abilità a premere il grilletto prima
di aspettare la risposta.
Eppure proprio la regressione che negli
ultimi anni ha aperto scenari come quelli distopici, ma nemmeno poi
molto di Anarchia-La
notte del giudizio o nei
fumetti con la saga fantastica e iper violenta di Crossed. Peccato
con l'aggiunta di qualche sbadiglio.
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