Titolo: Tempi felici verranno presto
Regia: Alessandro Comodin
Anno: 2016
Paese: Italia
Giudizio: 3/5
Tommaso e Arturo scappano nel bosco, la
vita sembra andare meglio ma si muore sempre quando meno uno se
l'aspetta.
Sembra quasi un film a episodi con
storie diverse tenute assieme da un filo conduttore che potrebbe
essere proprio l'ambiente o la natura. L'opera numero due di Comodin
è una favola surreale in un mondo reale, ma allo stesso tempo
incredibilmente arcaico, nelle regole e nelle azioni che svolge la
comunità.
Un film indipendente e anarchico, un
INTO THE WILD più intelligente, dove la realisticità si pone alla
base delle scelte e delle azioni dei personaggi e soprattutto delle
storie.
Leggede folkloristiche, una ricerca
interiore, un mistero che avvolge la narrazione, la scoperta e la
voglia di scegliere una vita in mezzo alla natura con tanto di
ritorno alla caccia primordiale e senza apparenti ripari.
La prima storia forse perchè la più
folle diventa anche quella con il climax finale più triste.
Mentre nella seconda una donna, forse
una specie di martire, che decide di scappare nel bosco e andare alla
ricerca del lupo diventa la vittima sacrificale su cui imbastire
tutta una serie di congetture e teorie. Proprio quest'ultimo, il
lupo, è al centro di miti e leggende dove si narra tra fiction e
documentario, realtà e fantasia, racconto e trattato antropologico,
di come Ariane sia entrata nel buco senza più uscirne e questo
episodio di cronaca ha portato la comunità a credere e creare
leggende, tra le quali alcune davvero assurde, come l'unione tra la
donna e il lupo.
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