Titolo: Vampires
Regia: Vincent Lannoo
Anno: 2010
Paese: Belgio
Giudizio: 4/5
Le prime due troupe che hanno tentato
di fare questo documentario sono scomparse, racconta il regista. Ma
la terza ce la fa: entra nella casa dei Saint-Germain, la famiglia
belga di vampiri che ha accettato di raccontarsi davanti alle
telecamere, intervista i loro amici e i vicini, registra le crisi tra
genitori e figli.
Vampires è quella chicca che non ti
aspetti. Un'opera che non deve essere passata inosservata al
mockumentary di Waititi What
we do in the shadows.
Sono davvero tanti gli elementi in
comune. Il mockumentary di Lannoo purtroppo senza aver ancora trovato
una distribuzione, è qualcosa di innovativo, un documentario che non
perde mai la sua forza riuscendo in maniera straordinaria a dire
ancora tante cose originali sui signori della notte, fondendo
l'orrore quotidiano e le risate con un'atmosfera che diventa sempre
più inquietante.
Tra le comunità mondiali, quella belga
si distingue per la grande nobiltà dei suoi elementi, famiglie di un
certo prestigio, come i Saint-Germain; George, il capofamiglia,
Bertha, la devota moglie, e i due figli, Samson e Grace, quest'ultima
in piena crisi adolescenziale, visto che si veste ostinatamente di
rosa, con la speranza un giorno di ridiventare umana. Di questo
allegro gruppo familiare fanno parte anche "la carne", una
giovane prostituta che ogni giorno rifornisce di sangue gli abitanti
della villa, e due inquilini per nulla amati, relegati per questo in
cantina, Elisabeth e Bienvenu, appartenente ad una nobile casata di
succhia sangue la prima, ex aiutante di Louis Pasteur il secondo, i
quali sembrano vivere ancora più all'estremo se pensiamo a Elizabeth
che vorrebbe avere figli ma li divora appena nascono o alla passione
di Bienvenu per i bambini.
La vita di tutti viene sconvolta quando
Georges commissiona ad un canale televisivo nazionale un documentario
che dovrebbe aiutare il pubblico a comprendere meglio chi siano in
realtà quelle creature così strane. Dopo due tentativi falliti (i
giornalisti sono stati tutti sbranati), il terzo sembra funzionare.
La telecamera della troupe tv entra nei meandri di questa società
basata su regole ferree, impartite da un leader supremo che è un
bambino di otto anni, vampirizzato secoli prima, e svela particolari
sconosciuti ai più, assistendo a crisi di nervi o a confessioni
incredibili quando un amico della famiglia sostiene di essere uno dei
membri del gruppo The Doors.
Chi alla fine, tra vampiri e uomini,
abbia davvero compreso qualcosa dell'altro è tutto da vedere.
I Saint German amano il sangue umano,
non si fanno problemi ad uccidere i bambini o gli handicappati, sono
promiscui, incestuosi, il figlio va spesso con la madre mentre la
figlia che vuole diventare umana si porta il ragazzo nella bara e
perlopiù ninfomani fino a che non vengono violate delle leggi che i
vampiri devono rispettare e allora succede l'irreparabile.
Sotto questa superficie di apparente
leggerezza, che permette di sdrammatizzare anche i momenti più
sanguinolenti (la cena in una casa di vampiri non è esattamente un
galà), si allude, infatti, anche a tematiche profonde e
profondamente disturbanti senza negare una certa preferenza in campo
culinario (sono stufi di mangiare i tipi di colore che tanto non
verrà mai a cercare nessuno).
Un film che solo verso la fine quando
il nucleo viene mandato in Canada dove addirittura vampiri e umani
sembrano collaborare per via di una certa politica democratica e
infatti alcune azioni sembrano susseguirsi dando l'idea di aver perso
con la loro casa anche una parte d'anima dell'opera.
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